Estenuante (che svuota di ogni capacità di resistenza), noioso, in definitiva incapace di suscitare il benché minimo interesse. Sarà che la mente torna a un film per più di qualche verso simile a questo, Autofocus (2002) di Paul Schrader, altro ritratto a tinte fosche di un divo TV, o forse sarà che False verità, di Atom Egoyan, sembra la classica infatuazione per qualcosa che a raccontarla sembra funzionare, ma che una volta tradotta sullo schermo fa perdere la pazienza dopo dieci minuti.
La storia è quella risaputa delle coppie che scoppiano, tanto nella vita quanto nell’arte (che a tratti allieta la vita). Stavolta lo scoppio è dovuto al ritrovamento, nella suite di una famosa coppia di intrattenitori d’oltreoceano in voga negli anni ‘50, Lanny Morris/Bacon e Vince Collins/Firth (forse Dean Martin e Jerry Lewis…), del cadavere di una giovane donna vittima, così pare, dei due satrapi dello spettacolo.
A un’aspirante giornalista, Alison Lohman/O'Connor, ex bambina uscita indenne dalla poliomielite e che già ebbe a incontrare i suoi divi durante una trasmissione TV per la raccolta dei fondi contro la polio appunto, il compito di ricostruire la vicenda che segnò la disintegrazione del duo, che a telecamere spente di dilettava tra droghe di vario tipo e festini con fanciulle compiacenti.
Nessuno scandalo però, nemmeno quando in un menage a trois, Lanny+Vince+fanciulla, il secondo mostra di gradire più il partner di spettacolo che la ragazza, il che suscita l’indignazione del primo.
Nessuno scandalo ma soprattutto nessuna discesa agli inferi degna di questo nome e soprattutto nessuna immagine più suggestiva o semplicemente più interessante di tante altre già viste sull’argomento, quello del lato oscuro che si fa strada quando quello luminoso si spegne.
In definitiva (forse…) uno sberleffo, ma annacquato pure questo, dei costumi puritani dell'america di quegli anni, riassunto in due battute che all’incirca suonano così "Inghiotti e aspira tutto quello che ti pare basta che non ci sia di mezzo un ago" e "tutto tranne che tra due uomini" (vedi sopra).
Ma l’estenuante che ben presto si fa strada, rimane sino alla fine, e non c’è battuta che tenga...
Presentato in concorso al 58mo Festival di Cannes.
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