Valdobbiadene, paese della ricca provincia di Treviso, noto per le vigne che producono ogni anno migliaia di bottiglie di Prosecco. Ci abita Bruto, 40 anni, divenuto nuovo idolo degli anti-animalisti dopo avere fulminato su una rudimentale sedia elettrica un numero imprecisato di volpi argentate, da cui ricavare pregiate pellicce. Quindici gli animali che
la Forestale ha liberato dal domestico braccio della morte dove attendevano il turno della loro esecuzione (La Tribuna di Treviso del 9 marzo). Nessuno scampo invece per un gatto e una capra ritrovati morti e orrendamente mutilati dalle parti della Gogna, alla periferia di Vicenza. La zona disabitata, e il disegno di un ghignante testa di Belzebù, ritrovata all’interno di una colonia abbandonata, hanno aperto la pista delle sette sataniche (Il Giornale di Vicenza del 22 marzo).
Iliya e Petar sono due bulgari, non più giovanissimi (63 e 50 anni), messisi in società al fine di soddisfare la crescente domanda di armi da fuoco diffusa in Italia. Con frequenza mensile la coppia arrivava nel nostro Paese per smerciare micropistole perfettamente funzionanti, e travisate da apricancello automatici. Con la differenza che, una volta utilizzati, aprono stomaci al posto dei cancelli. L’arresto dei due bulgari ha posto fine al fiorente commercio (Il Gazzettino del 16 marzo).
Una jointventure italo-romena quella mandata in fumo dalla Squadra Mobile di Rovigo. I soci italiani provvedevano a simulare furti notturni in centri commerciali, in modo da piazzare microchip con cui clonare i bancomat dei clienti. Dopo un paio di settimane seguiva un nuovo pseudocolpo, tramite il quale recuperare i codici da inviare in Romania, dove i cervelloni della banda decrittavano i numeri utili per svuotare centinaia di conti correnti. Allo scopo servivano banali tessere da videonoleggio (Il Gazzettino del 24 marzo).
Dal crimine ingegnoso a quello perpetrato con lucida determinazione. Pur di impossessarsi di una vagonata di costumi da bagno e biancheria intima stoccati all’interno del negozio La Vanità di Campagnalta (frazione di San Martino di Lupari, in provincia di Padova), i ladri hanno neutralizzato la centralina connessa al sistema d’allarme mandando in tilt per otto ore i telefoni dell’intero paesino (Il Gazzettino del 15 marzo).
La politica-spettacolo è il verbo praticato con fantasia dai militanti di Alternativa Sociale, gruppo dell’estrema destra che ha nottetempo impiccato una decina di manichini a lampioni, viadotti e tralicci di Bassano del Grappa (uno è stato appeso anche alle arcate del celebre ponte palladiano degli Alpini). Scopo dichiarato dell’operazione, far risvegliare la città sbattendole di fronte al naso le vittime innocenti del carovita praticato da banche e proprietari di case. Non manca chi, dietro le polemiche legate all’attualità, vede una schietta citazione dei 31 partigiani che a Bassano furono impiccati dai nazisti all’alba del 26 settembre 1944 (Il Giornale di Vicenza del 12 marzo).
Spettacolo hanno involontariamente dato le centinaia di pendolari rimasti imprigionati nei pressi di Cittadella, dentro il treno regionale Vicenza-Treviso dopo la rottura del locomotore. Una volta liberati, hanno potuto raggiungere con inevitabili ritardi i propri luoghi di lavoro (Il Gazzettino del 17 marzo).
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