È uscita in tutte le edicole i primi di marzo ed è stata presentata al Salone del fumetto Napoli Comicon, che si è svolto a Napoli a Castel Sant’Elmo dal 3 al 5 marzo 2006, Jungle Town, la quarta graphic novel della collana Buena Vista Lab.
Scritta da Tito Faraci, autore di Topolino Noir, Brad Barron e L’ultima battaglia, e disegnata da Giorgio Cavazzano, Jungle Town è una storia poliziesco - investigativa moderna e avvincente, con un’ottima caratterizzazione dei personaggi sia dal punto di vista grafico che caratteriale, composta di 62 tavole a colori e completamente made in Italy.
Narra le vicende di una metropoli atipica che ha come abitanti animali antropomorfi: cani, gatti, topi, ippopotami.
Sullo sfondo di questa città, che non è per un nulla un ambiente bucolico e felice come si potrebbe pensare a prima vista, Adam e Rollo, due cani poliziotto, sono incaricati delle indagini sulla misteriosa morte di un topo, ritrovato nel più esclusivo golf club della città.
Questo cadavere è la miccia che rischia di far esplodere Jungle Town, mobilitando mass media e opinione pubblica.
I topi, infatti, sono discriminati e il loro movimento esige giustizia.
Se il responsabile del ratticidio non verrà trovato, la polizia potrebbe essere messa sotto accusa e i tumulti divampare in ogni strada.
Per quanto riguarda la trama e i disegni di Jungle Town salta subito all’occhio come il volume sia incentrato oltre che su storie di vita quotidiana e argomenti come la famiglia, l’amicizia, la vita della città e i problemi di cuore, che rimangono peraltro sullo sfondo della vicenda senza mai intrecciarsi fra loro, su temi scottanti come il razzismo e i pregiudizi verso il prossimo.
Faraci cerca di far capire al lettore, nonostante le tavole del volumetto siano troppo poche per affrontare approfonditamente questi temi, che cosa significhi oggi il concetto di diversità e quello di minoranza.
La trama poliziesca, che è solo uno dei tanti piani sul quale si sviluppa il racconto, è assolutamente banale.
Questo però non è un male proprio perchè lo scopo della storia è il mostrare un’allegoria della nostra civiltà, dove alle varie tipologie di persone sono sostituite le diverse specie animali.
I personaggi, che si discostano da quelli Disney ma sono a loro molto vicini sia fisicamente che caratterialmente, sono il punto di forza della vicenda.
La storia è impreziosita oltre che dagli ottimi disegni di Cavazzano da numerose trovate narrative e spunti di riflessione dai toni adulti che Tito Faraci dissemina per l’albo: dal tema del razzismo tra le specie, alle raffinate strizzate d’occhio al mondo degli adulti, alla vita di coppia in tutti i suoi risvolti.
In appendice alla storia ci sono poi 16 pagine di servizi riccamente illustrati che forniscono approfondimenti sui personaggi, sull’ambientazione e sugli autori, nonché un ricchissimo sketchbook con disegni preparatori e commenti di Giorgio Cavazzano e Tito Faraci sul making of dell’opera.
Alla luce di quanto detto si può quindi affermare, senza paura di smentita, che Jungle Town è una lettura consigliatissima, e sicuramente la migliore graphic novel della collezione Buena Vista Lab vista finora.
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