Un misterioso furto al museo archeologico, un inquietante maschera funeraria trafugata, un Messico oppresso dall’afa estiva e dalla corruzione politica… in mezzo a tutto questo indaga Umberto Crivelli investigatore della polizia federale messicana. Cinico e disincantato, ma non per questo meno umano, si muove serafico, fra archeologi disperati e politici ambigui, cercando di far luce su una sparizione che lo coinvolgerà sempre di più…
…ma a un tratto non siamo più nel Messico degli anni 80… ci troviamo catapultati nella Mesoamerica del VII secolo, nelle splendide città innalzate dai Maya al centro della foresta e siamo lì assieme a Pacal: re, guerriero, uomo morente di una civiltà al crepuscolo…
La maschera di pacal è un romanzo che scorre fluido su questi due diversi piani temporali che si intrecciano e si rincorrono fino allo splendido finale in cui tutto sembra ricomporsi magicamente in un ordine precostituito. Ma tutto il libro coinvolge fin dall’inizio, merito di una scrittura complessa e articolata, ma sorprendentemente fluida che lascia veramente stupiti e di personaggi ben costruiti, profondi e sfaccettati che mai statici evolvono con la storia stessa apparendo per questo ancor più reali. Anche la struttura del romanzo è sorprendente, solida e senza sbavature nonostante le oltre 350 pagine il che è per lo meno raro in un panorama editoriale in cui spesso non si superano le 200 pagine per paura di strutture traballanti e inverosimili. Ma al di là degli innegabili pregi stilistico-strutturali quello che più colpisce di questo romanzo è la storia stessa…
Il romanzo di Stefano Cammelli parte come un giallo, e di un giallo ha la costruzione: il mistero, l’investigatore, l’intreccio, lo scioglimento finale, ma è anche molto di più… è la storia di una fine, di una morte, di una scomparsa, bellissima seppur tragica, o forse bellissima proprio perché tragica…
Il senso di tristezza e di ineluttabilità delle ultime pagine commuove e la descrizione della creazione della maschera è un passo stupendo e toccante. Tutto scorre via pagina dopo pagina, una palpabile malinconia accompagna la lettura e anche una volta riposto il libro sembra che quei luoghi, quei personaggi, quel sentimento di crepuscolo e di tramonto inesorabile continuino a accompagnarci. Un sentimento triste, muto e silenzioso, ma al contempo dolce e avvolgente come un ricordo perduto.
Un romanzo che sa dare emozioni!
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