Romanzo Criminale sconfina, dunque. Dilaga, tanto da inaugurare per l'editore Métailié una nuova collana dedicata a testi da cui sono stati tratti film; coincidenza felice infatti, che la pellicola di Michele Placido venga proiettata nelle sale francesi a partire dal 22 marzo.
Libération dichiara il proprio amore per Giancarlo De Cataldo, attribuendo al suo romanzo il merito politico di risolvere "il terribile problema di raccontare la connessione tra la grande criminalità e apparati politici e amministrativi più o meno grigi senza versare nel complottismo paranoico".
Nell'intervista inclusa nell'articolo (di cui è disponibile un estratto, ovviamente in francese, all'indirizzo http://www.liberation.fr/page.php?Article=356067) lo scrittore/giudice nostrano, a proposito di questa sua doppia identità dichiara: "Da un lato, ho cominciato a scrivere molto prima di diventare giudice, dall'altro, come diceva Victor Shklovsky, ogni scrittore deve avere un altro mestiere per sapere di cosa è fatto il mondo. Se un giorno dovesse porsi l'alternativa tra pubblicare e giudicare, senza dubbio lascerei il tribunale".
Victor Shklovsky a parte, in Italia molti scrittori hanno un altro mestiere perché devono prima di tutto mangiare: senza la panza piena non si pensa e non si scrive.
O forse sono troppi gli scrittori da sfamare?
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