Harry Exton è un "button man," cioè un assassino a pagamento. E non può smettere di uccidere. O meglio, non osa farlo. Perché in fondo è stato ingaggiato per partecipare a un gioco: un gioco mortale. Un gioco da assassini.
In qualsiasi momento egli, così come altri mercenari simili a lui, può ricevere una chiamata da una delle "voci": uomini che non hanno mai incontrato di persona e che decidono luoghi, tempi e soprattutto partecipanti di questo gioco.
Harry ne ha abbastanza e vuole uscirne, ma non può, perché è contro le regole. Come potrà sfuggire da questo circolo vizioso quando anche gli altri "button men" preferirebbero ucciderlo piuttosto che lasciarlo andare.
Lo scenario di Button Man è relativamente convenzionale, ma è la sua sceneggiatura che è assai particolare. Scritto in origine per una testata britannica chiamata Toxic, approdò poi alla storica rivista di fumetti 2000 A.D. e, nel 1995, venne raccolta in una graphic novel di grande formato dalla Kitchen Sink Press. L'autore, John Wagner, dipinge un killer senza morale, che vuole ritirarsi dal gioco non per motivazioni etiche ma unicamente perché è stanco di questa situazione senza controllo. Quanto al disegnatore Arthur Ranson, il suo tratto realistico e il suo uso della tavola hanno fatto parlare di stile "cinematico".
Non dovrebbe stupire nessuno, dunque, se si parla di un adattamento di questa graphic novel per il grande schermo ad opera della Dream Works. Al momento non si conoscono altri nomi coinvolti nel progetto, se non quelli di Roger Kass e Josh Braun, già produttori di A History of Violence, tratto anch'esso da una storia di Wagner.
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