Houston alla fine degli anni ‘70 è una strana metropoli: ha tutti i problemi tipici delle grandi città senza tuttavia venire degnata dell’attenzione che gli scrittori da sempre riservano ai luoghi intrinsecamente carichi di potenziale narrativo. Poi arriva Lansdale, che ancora non è la celebrità che adesso tutti conosciamo, autore di racconti fenomenali che spaziano dall’horror al grottesco, dal noir alla fantascienza (per farvene un’idea, la raccolta Maneggiare con cura sempre edita da Fanucci è un must), e vi ambienta questo suo Atto d’amore. Un romanzo potente, d’impatto direbbe qualcuno. Il libro che apre la drammatica (e spettacolare) stagione dei serial killer.
Qualcuno sta seminando il panico in città. Giovani ragazze vengono trovate morte, i loro corpi investiti da una furia che non sembra avere nulla di umano, quasi che l’artefice delle loro sorti non fosse di questo mondo. “Una nuova specie, un mutante sociale” per usare le parole dell’autore. “Un prodotto della nostra civiltà, un uomo moderno, capace di sopravvivere nella nostra insensibile società tecnologica”. Marvin Hanson, detective nero della Omicidi disgustato dalla violenza efferata dell’assassino, si mette sulle sue tracce, intenzionato ad arrestare con ogni mezzo la scia di sangue. Ma nel corso della sua personale discesa all’inferno si scoprirà vulnerabile, costretto a combattere da solo contro tutti: contro certo modo sensazionalista di fare informazione, che se all’epoca poteva lasciare sconcertati è tristemente diventata la consuetudine nella nostra acclamata era mediatica; contro la corruzione che dilaga nel dipartimento di polizia, facendo sì che il killer possa muoversi sempre più veloce dei suoi inseguitori; contro anche il suo compagno Joe Clark, che all’improvviso comincia a tenere uno strano atteggiamento nei suoi confronti; e, infine, contro la sua famiglia, che finirà travolta suo malgrado dall’implacabile ondata di violenza che ha investito la città.
Joe R. Lansdale è un maestro della penna e il suo talento permea questa sua opera che potremmo quasi definire d’esordio. Un romanzo dalla gestazione travagliata, figlio dell’improvvisa voglia di denuncia dell’autore e, come egli stesso riferisce nella illuminante postfazione, rifiutato da tutte le principali case editrici del settore finché, nell’autunno 1980, fu accettato dalla Zebra Books. All’uscita Atto d’amore non mancò di suscitare ottime critiche, sconvolgere qualche lettore ed essere bandito da alcune librerie. Poi il modo di scrivere di Lansdale fece scuola e fu la volta Thomas Harris, il resto è storia.
Ad ogni modo, quello che più colpisce del libro è la sua analisi lucida e spietata di un fenomeno, quello appunto dei serial killer, che fin dai tempi di Jack lo Squartatore non manca di suscitare nell’anima dell’occidente fastidiosi brividi di colpevolezza. Lansdale conosce la materia magmatica dell’animo umano, ne comprende il funzionamento e si diverte a scomporla e ricomporla a suo piacimento, miscelando con sapienza la teoria del giallo classico con gli insegnamenti della scuola hardboiled, senza lesinare dosi – straordinariamente appropriate – di commento sociale.
La penna di Lansdale diventa un pennello quando si tratta di descrivere la strada, la sua atmosfera, il senso di angoscia che si respira tanto nei quartieri in apparenza tranquilli della cintura suburbana quanto nei tuguri disperati dei ghetti; e si trasforma in uno strumento chirurgico ad alta precisione quando deve indagare l’anima umana, mettendo a nudo le pulsioni inconsce, gli istinti primordiali, le idiosincrasie dell’uomo contemporaneo, la sua alienazione, la sua solitudine. In pochi, prima di lui, avevano osato un gesto tanto ambizioso. Ancor meno quelli che dopo sono riusciti ad eguagliare la profondità della sua prospettiva.
Joe R. Lansdale, texano doc, classe 1951, ha all’attivo una ventina di romanzi e oltre duecento racconti che spaziano dall’horror, al noir, al western, alla fantascienza, al mainstream. Ha ricevuto moltissimi premi e riconoscimenti, tra cui l’American Mistery Award e ben sei Bram Stoker Horror Award. Per Einaudi sono usciti La notte del drive-in e Il mambo degli orsi. Presso Fanucci i romanzi Freddo a luglio, In fondo alla palude, L’anno dell’uragano.
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