Quali connessioni ci sono tra un manoscritto risalente al medioevo e una cospirazione ordita all’interno del Vaticano negli anni ’70?
L’intrigo ci viene svelato da Furio Bressanutti nel romanzo Il manoscritto di Tolosa.
Roma, fine anni '70; il Papa è morente. Un mediocre studioso dei Vangeli Apocrifi, ospite della Biblioteca Vaticana, viene coinvolto in una complessa cospirazione ordita da un eminentissimo Cardinale che vuole screditare, irreparabilmente, il suo principale antagonista e autorevole candidato al Soglio Pontifìcio presto vacante. Perno di tale macchinazione è un manoscritto, redatto a Tolosa nel 1273, in cui vengono descritti accadimenti religiosi straordinari che, pur dibattuti da Tommaso d'Aquino e San Bonaventura nel Secondo Concilio di Lione, nel volgere di pochi anni verranno occultati alla Cristianità, e riesumati solo secoli dopo dal Cardinale stesso, con lo scopo di ordire questo singolare intrigo a proprio vantaggio. La trappola intellettuale architettata dall'alto Prelato è però troppo raffinata, e sortisce effetti imprevedibili e non voluti, rivelando, per contro, una nuova ipotesi, inedita e sconvolgente sull'origine del Cristianesimo.
Il manoscritto di Tolosa di Furio Bressanutti (2005, Edizioni Punto d’Incontro, collana Romanzi, pag. 240 - euro 14,90) - ISBN 88-8093-446-5
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