Non so se Carnival of Souls sia mai uscito in Italia, (su internet non c'è traccia di pagine in italiano...) penso che all'epoca fosse troppo strano, troppo inquietante per approdare sui grandi schermi di qualche parrocchia democristiana o sul megaschermo di qualche "commendatore" albertosordiano (ovviamente, se qualcuno sa il contrario, batta un colpo).
Anche perchè all'epoca, deve essere apparso a chi l'ha visto, una specie di film di fantascienza... nel senso vero del termine, nel senso di film troppo avanti per i tempi. É infatti difficile definirlo solo un horror, perchè manca quell'elemento tipico dei film horror, ovvero dell'elemento modificato, dell'ordine disturbato che deve essere ristabilito e che caratterizza il film horror (anche se c'è pure qui un ordine da ristabilirsi... ma è costruito come un thriller).
Carnivals of Souls non ha nulla di tutto questo, forse perchè gli manca effettivamente qualche elemento a livello di trama, ma malgrado ciò, è un film veramente interessante da guardare, grazie sopratutto a Candace Hilligoss, meravigliosa, splendida interprete bionda che ricorda la "bambolina" del primo King Kong. Su di lei regge tutto il film, che risulta tagliato addosso a lei come un abito sartoriale, sembra quasi un documentario tanto la cinepresa le sta addosso, e a volte ci piacerebbe saperne anche di più del suo personaggio. E Candace rende merito al film, il suo viso è uno scrigno di emozioni che non ci risparmia qualche urlo da eroina che aspetta l'eroico salvatore che non verrà, (anche questo è un bel punto). Il merito del film, a mio avviso, sta anche in quella ventata di anni Cinquanta appena diventati Sessanta, che sono veramente il periodo d'oro del cinema, americano, italiano, universale (mica si può chiamare cinema il frullatutto multimediale che fanno oggi!, questo scava proprio dentro le nostre anime nostalgiche) che mi hanno fatto veramente tornare indietro con il tempo, mi sono venute in mente le parti tagliate di On the Road, di Kerouac, quel fiume di scarti impazziti che fecero nascere Visioni di Cody, pezzi appunto tagliati dal libro suo più famoso, che Kerouac non mise in On the road, ma che sono un emporio, un armadio dei ricordi della vita americana di quegli anni e che questo film mi ha ricordato.
Virtuosi al di là di ogni dire sono i comprimari, le comparse; veramente emozionante il vecchio occhialuto, che recita la sua parte a bocca letteralmente spalancata dall'emozione, quando dal ponte guarda il fiume dentro cui è finita l'automobile con dentro le tre ragazze (fra cui anche Candace) degne interpreti della gioventù bruciata americana. Un altro tuffo nel passato americano è poi la parlata veramente anni Cinquanta, larga, strascicata, intensa, ruvida... che solo nella versione originale si può godere appieno, anche se l'audio di questo film è quasi da super8 e a volte si perde qualche parola.
Vedere questo film, mi ha fatto capire una volta di più quanto più creativo fosse il bianco/nero, ci sono giochi geometrici, ombre suggestive, veramente il cinema era arte, senza dimenticarci che Carnival of souls è un perfetto esempio di quello che una volta si definiva "B movie" e che oggi esiste ancora, ma non arriva fino a noi, perchè i film che arrivano sono una piccolissima parte di quelli fatti (Come loro non vedono il cinema italiano, noi non vediamo il "vero" cinema americano... e non parlo dei blockbusters). Una parte del cinema americano è come quello italiano... nessuno sa che esiste al di fuori di una ristretta cerchia non nazionale, ma a volte regionale, cittadina. Ma queste ovviamente sono tutte ipotesi, magari è uscito anche da noi...
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