Splash piuttosto che Crash. Implodere piuttosto che esplodere. Deludere anziché avvincere. Forse, ma neanche tanto forse, il peggior film in circolazione viste le premesse e gli annunci (diamine, l’esordio alla regia dello sceneggiatore di Million Dollar Baby, a scanso di equivoci splendido…) per via dello scarto, altissimo, questo sì, tra intenzioni e risultati.

Le atmosfere richiamano alla meno peggio quelle polifoniche che vanno dall’Altman di America oggi al Paul Thomas Anderson di Magnolia (ma anche l’Iñárritu di Amores perros) ma quello che manca clamorosamente è un impianto morale capace di corrispondere, seppure in minima parte, a ciò che viene raccontato.

Ne deriva una pletora di personaggi, linguacciuti (Haggis è e rimane uno sceneggiatore, lo si intuisce a ogni fotogramma…), che prima discettano su razzismo sì, razzismo no (sono di colore), poi pistole in pugno rapinano dell’auto una coppia che passa (citazione diretta, questa del passaggio dal dialogo alla rapina, dell’incipit di Pulp Fiction) salvo poi, uno dei due, pentirsi nel finale, chissà perché, chissà percome, al punto da trasformarsi in liberatore di immigrati clandestini.

Tanto per dire che il panorama morale che fuoriesce dalla penna di Paul Haggis è quello che è, dicotomico, abborracciato, schematico, capace di lasciare implacabilmente, sequenza dopo sequenza, il tempo che trova, incapace di attribuire un tratto distintivo in grado di sollevare una delle qualsiasi figure al di sopra di un torpore impossibile da sopportare, capacissimo invece di battere strade già percorse senza un guizzo di inventiva, immortalando ancora una volta Los Angeles colta, né bella né brutta, da una fotografia a tratti parecchio sgranata, una Los Angeles dove certo non piovono rane; tutt’al più la gente, dopo tanta polvere allevata, dopo tanti concioni sul Bene e sul Male, dopo una scena letteralmente a salve (chi vedrà il film capirà…) si incazza per un tamponamento.

 

Il doppiaggio fa il resto: marito e moglie cinesi, il primo in ospedale e la seconda che va a trovarlo, tra loro parlano così: "Come stai calo? Elo pleoccupata pel te" "Scusa amole… ola sto bene, glazie".

Ma andiamo…!!!