"Il giorno seguente non morì nessuno.Il fatto, poiché assolutamente contrario alle norme della vita, causò negli spiriti un enorme turbamento, cosa del tutto giustificata, ci basterà ricordare

che non si riscontrava notizia nei quaranta volumi della storia universale..."

 

In un non meglio identificato paese, allo scoccare della mezzanotte di un 31 dicembre, s'instaura l'eternità, perché nessuno muore più. L'avvenimento suscita a tutta prima sentimenti di giubilo e felicità, ma crea anche scompiglio in ogni strato sociale: dal governo alle compagnie di assicurazione, dalle agenzie di pompe funebri alle case di riposo e, soprattutto, nella chiesa, la cui voce di protesta si leva alta e forte: senza morte non c'è più resurrezione, e senza resurrezione non c'è più chiesa…

Dopo sette mesi di «tregua unilaterale», con una missiva manoscritta in una busta di colore violetto indirizzata ai mezzi di comunicazione, la morte dichiara di interrompere quel suo «sciopero»e di riprendere il proprio impegno con l'umanità. E nonostante vengano dispiegati tutti i mezzi investigativi (legali e non) a disposizione delle autorità (dall'esame grafologico all'identikit) per individuare il mittente - che viene poi identificato in una donna -, le buste di colore violetto continuano ad arrivare nelle case dei rispettivi destinatari con il loro nefasto contenuto.

 

Tutte… tranne una, per ben tre volte rinviata al mittente e indirizzata a un violoncellista, il cui «ritratto, se davvero esistessero in musica, non lo si sarebbe ritrovato in nessuna composizione per violoncello, ma in un brevissimo studio di Chopin, opera venticinque, numero nove, in sol bemolle maggiore».

 

Così, assunte le fattezze di una donna, la morte decide di consegnare personalmente la lettera al legittimo e sventurato destinatario. Una volta tanto, e per chissà quale inspiegabile istinto, vuole conoscere la sua prossima vittima e inizia a spiarlo, si introduce, non vista, a casa sua, e va a sentirlo suonare...

 

"Il libro non è una riflessione filosofica o ontologica sulla morte. Il tono è ironico, sarcastico. Non è nemmeno un'ipotesi, è una situazione assurda. Succede come negli altri romanzi: organizzo una situazione impossibile e ho bisogno che il lettore accetti la mia proposta. Se lo fa, vi posso assicurare che tutto diventa implacabilmente logico".

Così l'autore, José Saramago, nel presentare il suo ultimo romanzo Le intermittenze della morte uscito in questi giorni per la casa editrice Einaudi.

 

José Saramago, nato ad Azinhaga nel 1922, narratore, poeta e drammaturgo portoghese, ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura nel 1998. Presso Einaudi ha pubblicato L'anno della morte di Ricardo Reis, La zattera di pietra, Storia dell'assedio di Lisbona, L'anno mille993, Viaggio in Portogallo, Cecità, Oggetto quasi, Tutti i nomi, Il racconto dell'isola sconosciuta, La caverna, Il Vangelo secondo Gesù Cristo, Manuale di pittura e calligrafia, L'uomo duplicato, Saggio sulla lucidità, Poesie, Teatro e Don Giovanni o Il dissoluto assolto.