Dev'essere proprio un vizio da accademici blasonati. Dopo un po' saggi e trattati stancano e si dedice di passare a libri di tutt'altro genere; o forse l'esplorazione del mondo affrontata nei propri studi continua anche nella narrativa, semplicemente attraverso altre forme, dall'approccio spesso più facile per il grande pubblico.
È quel che ha deciso di fare anche Marc Augé, nome assai celebre nel campo dell'antropologia. Professore all'EHESS di Parigi, si dedica ormai da molti anni a un'antropologia dei mondi contemporanei. Augé viene considerato un maestro nel cogliere le stranezze che si nascondono tra le pieghe della realtà quotidiana. Da pochi giorni è in libreria il suo esordio nella narrativa, costituito dal romanzo La madre di Arthur
Si tratta di una sorta di romanzo giallo il cui è protagonista è Jean, scapolo impenitente, il quale viene a sapere che Nicolas, suo amico d'infanzia, docente universitario come lui, è scomparso. Su richiesta della sua donna, Isabelle, e di sua madre, si mette sulle sue tracce, convinto che il suo "complice di sempre" gli abbia intenzionalmente lasciato degli indizi. Ma è lontano dall'immaginare ciò che sta per scoprire...
Il paragone più diretto cui viene da pensare è con i romanzi di Umberto Eco, che hanno costituito ben più di un mero divertissement per il loro autore: resta da vedere, alla prova dei fatti, se anche Augé abbia la stoffa del narratore. ThrillerMagazine gli augura ovviamente la migliore delle fortune!
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