“La donna nel pozzo” è un romanzo diverso dalle serie thriller a cui ci ha abituati Pulixi, scrittore sardo fra i più amati della sua generazione. È la soluzione “letteraria” di un reale caso di cronaca nera di cui non sono state mai accertate le responsabilità; un cold case, insomma.

Divertente e spietata la descrizione nella prima parte del romanzo del sottobosco romano di editori senza scrupoli nello sfruttare i ghostwriter, gli schiavi della penna che per quattro soldi scrivono romanzi per gli autori diventati ricchi e famosi ma con il blocco della pagina bianca. Il personaggio “positivo” del romanzo è proprio un pennivendolo dal cognome importante, Ermes Calvino, dotato di ottima cultura e di notevole capacità letteraria nello sfornare romanzi gialli che conquistano il pubblico, soprattutto femminile. Peccato che l’onore, la ricchezza e il guadagno, sia spartito fra l’editore Panzirolli e Lorenzo Roccaforte, autore un tempo famoso e poi diventato incapace di scrivere una sola riga. I lettori scopriranno il motivo, a tempo debito.

Nella seconda parte del romanzo, i due scrittori si trasferiscono nell’interno della Sardegna per cercare di far luce su un misterioso suicidio. Lo scopo della ricerca è acquisire elementi utili al fine di ricavarne una trama verosimile per il prossimo romanzo giallo, secondo la tecnica del romanzo nel romanzo. Una donna è stata trovata morta in un pozzo e la questione è stata derubricata rapidamente a suicidio. Tanti elementi stridono con la tesi “accomodata” e quando una detenuta da un carcere sardo scrive all’editore una lettera chiedendo di contattarla prima possibile perché ha notizie importanti, inizia per i due uomini una pericolosa indagine per ripercorrere le tracce di una lunga catena di omicidi iniziata trent’anni prima.

Quest’ultimo romanzo di Pulixi è altamente convincente, anche per i lettori di giallo/noir più esigenti. I personaggi sono ben delineati e, soprattutto, sfaccettati. Il loro modo di comportarsi è in linea con la loro storia personale. Altrettanto si può dire per il linguaggio.

Copertina da dimenticare.