2 novembre 1975, Idroscalo di Ostia. Un cadavere giace con la faccia nella melma, il braccio destro sotto il torace, il sinistro lungo il fianco. Un commissario di polizia lo gira. “Mi sembra Pasolini”, mormora.

È Pasolini.

Alle 10 Ninetto Davoli conferma.

Trent'anni dopo ecco uscire in libreria la testimonianza della prima cronista arrivata sul luogo del delitto. Si trattava di un’apprendista di vent’anni, Lucia Visca, giornalista, che negli anni ’70 aveva esordito affrontando cronaca nera e terrorismo. Forse non è un caso che quello straordinario incontro ai primi di novembre del 1975 avrebbe segnato gli interessi professionali della Visca: nella sua carriera successiva, infatti, quello che mancava nella comprensione dei grandi movimenti contemporanei lo ha trovato studiando la finanza. Un po' la traccia lasciata da Pasolini stesso nella sua grande opera incompiuta, Petrolio.

Il diario di Lucia Visca si intitola Ragazzi di nera ed è pubblicato da una nuova casa editrice, Memori, specializzata proprio nella diaristica. Non a caso il logo dell'editore raffigura un elefantino, simbolo di memoria lunga; e c'è da fare i migliori auguri a questa impresa, perché non può esistere alcun futuro senza una conservazione della memoria del passato.

La prefazione del testo è di Gianni Borgna, assessore alle politiche culturali del Comune di Roma. Giova ricordare che proprio il Comune di Roma si è costituito parte lesa nell'ambito del delitto Pasolini per incentivare un approfondimento delle indagini.