Seconda uscita in giallo di Livio Frittella, giornalista RAI, voce de GR2, aveva esordito un paio di anni fa con Ingannevoli apparenze, un giallo vintage, come recitava il sottotitolo, che sembrava uscito dalla penna di un giallista inglese, non solo per la trama, ma anche per l’ambiente e i personaggi. Oggi parliamo invece de I misteri dello Zoopark, sottotitolo Un giallo bestiale, che ai misteri del genere unisce ironia, umorismo, a tratti sarcasmo, tutto nascosto spesso in parodie della società in cui viviamo.

Livio Frittella, I misteri dello Zoopark è un libro divertente che mima gli umani attraverso animali che dal loro nome zoologico derivano il nome e cognome dei personaggi. Ciò che emerge mi sembra essere una parodia, un divertissement, la sceneggiatura di cartoni animati (stavo per dire cartoni animali). 

Era questo che volevi?

'Cartoni animali' non è male… Sì, l'intento umoristico è palese e, al di là dei giochi di parole che ho usato per trasformare nomi, luoghi e situazioni umani nei corrispettivi 'bestiali', ho sfruttato calembour e assonanze per fare tanta ironia, un po' di satira, un pizzico di parodia come dici tu, sempre guardando all'attualità, alla società in cui viviamo (noi 'Evoluti' e loro altre creature), alla cultura, allo spettacolo. Quindi, nelle storie dello Zoopark (sei diverse trame 'mystery' più una narrazione orizzontale che le giustifica tutte e finisce anch'essa con la soluzione di un enigma) si può trovare un humour rivolto al lettore più adulto, che ha ben presente gli spunti da cui ho tratto la battuta, che sa individuare, ad esempio, a chi mi riferisco quanto parlo degli artisti El Geco e Van Vitello, del lupo detective Nero Wolf, del movimento di anatre discriminate 'Duck lives matter'… ma anche della famosa band hard rock, i 'Deep Turtle'.

Lo sfondo è sempre il giallo inglese, il mistery alla Agatha Christie che tu prediligi, ma con meno delitti e più Wodehouse. Sei d’accordo?

Il paragone con questi due grandi scrittori è corretto e per me molto gratificante. Nei 'Misteri dello Zoopark' ho voluto fondere alcune mie passioni: il giallo classico (come capitato col mio precedente romanzo, 'Ingannevoli apparenze'), la linguistica, l'umorismo, l'amore per gli animali, ma anche le tematiche della salvaguardia dell'ambiente e della conservazione della natura (che ho affrontato con precisi messaggi sparsi qua e là nel testo). Sono sempre stato convinto della necessità di superare i generi mescolandoli e, da lettore, mi piace essere sorpreso dai colpi di scena. Ho cercato anche questa volta di immedesimarmi nelle aspettative del destinatario della mia narrazione e quindi di riempirla il più possibile di invenzioni sia linguistiche (battute e acrobazie verbali)  che letterarie (svolte inaspettate nella trama, rompicapo). Il tutto senza dimenticare, come è tradizione, di disseminare indizi riconoscibili dal lettore più attento: gli stessi di cui si servono l'Ispettore Segugio e il Tenente Colombo per risolvere i casi di rapimenti, furti, uccisioni in serie e crimini vari commessi dalla 'bestia' di turno.

Mi interessa questa tua ascendenza inglese come scrittore. A cosa è dovuta?

Alla grande passione per il mondo anglosassone, sia da un punto di vista letterario che artistico, probabilmente scaturita dai libri divorati da bambino e da adolescente e poi proseguita negli anni approfondendo i vari aspetti di una cultura che in certe accezioni trovo illuminante (pur non faticando a trovarne i difetti). E poi, l'amore per la lingua; l'ammirazione per autori come Conan Doyle, Dickens, Wells, Carroll (sì, c'è anche un po' di 'Alice' nello Zoopark!), Jerome, Austen, Shaw, Collins, Swift e tanti altri; la meraviglia che continuo a provare per i luoghi, che cerco di visitare il più possibile.

Mi ha molto divertito il racconto “Miele e Male” a cominciare dalla citazione “Don’t say cat if you don’t have it in sack” di T.S. Eliot, nella famosa traduzione di Trapattoni “Non dire gatto se non l’hai nel sacco”. E poi mi hanno divertito per i suoi personaggi: il Tenente Colombo, Montanalbano, John Le Caprè… Ho l’impressione che ti sia divertito pure tu a scriverlo, e non solo questo. Vero?

Mi sono molto divertito! Mi sono anche spremuto le 'celluline grigie' (come direbbe Poirot) per concepire le trame ma ancor più per trovare tutte le soluzioni linguistiche capaci di creare un auspicato effetto comico. Ma ne è valsa la pena. Per non limitarmi ai giochi di parole, ai doppi sensi e alle freddure, ho deciso di includere, a corredo di ogni singolo capitolo di ciascuna avventura dei nostri eroi, citazioni autentiche, citazioni apocrife (come quella che hai scelto tu, oppure  'The wolf loses his hair but not his vice' di J. London), poesie rivisitate (composte, ad esempio, da Giosuè Cardellucci o da Dante Alligatori), interpretazioni 'animalesche' di brani di celebri cantanti (tipo Orchella Fanoni con 'Accettare questo strano accoppiamento è stata una follia!', oppure Alano Sorrenti con 'Tu sei l'unica cagna per me').

Al termine del libro c’è un curioso e ricco dizionario in ordine alfabetico di nomi animali che danno luogo ai nomi e cognomi, piacevolmente ridicoli, dei personaggi. Non è il primo dizionario che scrivi, ne hai scritto uno anche sui termini sportivi. Da dove nasce questa vocazione, questo bisogno di codificazione?

Il 'DiZOOnario' è un allegato particolare, perché vi sono elencati personaggi, oggetti e situazioni presenti nella narrazione, ma con battute diverse da quelle che si trovano nel testo! Quindi un'ulteriore sfida in cui mi sono cimentato, assecondando il mio costante desiderio di codificazione, schematizzazione e spiegazione di termini e vocaboli, e basandomi sulle mie precedenti esperienze, il 'Dizionario dello spettacolo' (pubblicato vent'anni fa) e 'Olimpionary', che raccoglie i termini degli sport olimpici, pubblicato nel 2017 ma che avrà una nuova edizione, aggiornata con le 38 discipline ammesse fino ai Giochi di Los Angeles 2028, in uscita a maggio-giugno prossimi, prima di Parigi 2024, per i tipi di Efesto (lo stesso editore de 'I Misteri dello Zoopark').