Dove sei quando scrivi? Sia fisicamente che mentalmente.
Sono nello stesso luogo in cui lavoro, nel mio studio. Computer fisso, monitor grande e lampada presidenziale alla mia sinistra. E un paio di cani a gironzolarmi intorno, mentre con la mente vago per scenari italiani e sinceri.
Come scegli le tue vittime, e i tuoi assassini?
Tra la gente comune. Nessun supereroe, nessuna principessa da salvare, nessun supercattivo.
Qual é il tuo modus operandi?
Prima penso tanto. Ma tanto. Poi agisco. Di notte.
Chi sono i tuoi complici?
Sono un solitario.
Che rapporti hai con i tuoi lettori e le tue lettrici? Avanti, parla!
Mi prendo il loro tempo, che è la cosa più preziosa che hanno. Mi sento sempre in debito. Soprattutto, non tornerei loro un capello. Tra l'altro, io con i capelli ho poca dimestichezza in generale…
Che messaggio vuoi dare con le tue opere?
Non rimanete fermi, non aspettate. Se c'è una possibilità, corretele incontro. Se poi, una volta vicini, vi accorgete di aver fatto una sciocchezza, fate come con gli orsi: fingetevi morti.
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