Prosegue la serie di Aba Abate/Ice, spia dei servizi segreti italiani e madre di famiglia (poco) normale dopo Una donna normale, Una donna in guerra e il prequel La falena e la fiamma, in cui si torna alle origini dell’attività di intelligence e alla conoscenza di un doppiogiochista e mercenario arabo, Johnny Jazir. In quest’ultima avventura, Ice è caduta in disgrazia nel dipartimento dove lavora e di fatto è sotto sorveglianza dei nuovi capi. Contemporaneamente, si è separata da un marito molto accomodante ma che scopre di non aver mai amato, e ha continue manie di controllo sui figli ormai maggiorenni. I capitoli sulle traversie familiari di Aba si alternano a quelli sull’attività di indagine e spionaggio di Ice.
In Cenere alla cenere l’Autore inserisce alcuni ingredienti di troppo nella trama, già di per sé molto articolata su più fronti. L’accentuazione esasperata del senso di inadeguatezza di Aba come madre, la sbandata omosessuale, ancorché circoscritta, molto poco credibile e inutile nell’economia della trama, così come la finta casualità dell’incontro con suo marito è un artificio eccessivo. Eccessiva appare anche l’infatuazione amorosa reciproca fra Aba e Johnny, personaggi che la vita trascorsa e la professione dovrebbero averli abituati a governare sentimenti e emozioni. Una piccola notazione: le protagoniste femminili sono tutte belle, attraenti, magre, sportive, con gli occhi e verdi e azzurri. Degli uomini poco si dice.
Costantini conosce sicuramente benissimo il mondo e la cultura islamica ma introdurre l’idea di famiglia allargata interculturale, senza che nessuno dei membri coinvolti abbia niente da opinare, appare veramente al di sopra di ogni sospensione di credibilità.
Il “gancio” per legare la storia di Aba Abate con la serie che vede protagonista il commissario Michele Ballistreri risiede nella persona della spia e mercenario libico Johnny Jazir. Peccato che l’autore non si preoccupi di spiegare il legame che esiste fra i due (presumibilmente è stato rinviato a un prossimo romanzo), come pure il finale apertissimo che lascia il lettore sospeso. Ogni romanzo poliziesco o di spionaggio deve avere un proprio epilogo per non lasciare insoddisfatto il lettore e deve poter essere letto separatamente dagli altri, anche se appartengono alla stessa serie. Invece in Cenere alla cenere i rinvii alle storie pubblicate vari anni fa sono continui e impediscono di capire appieno lo svolgimento dell’azione se non si ha buona memoria dei romanzi precedenti o, più semplicemente, non si sono letti.
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