"Cos’è questa storia delle minacce alla Principessa?”, domandò il Giudice Capo, che non era Capo per caso, ma perché aveva i rapporti giusti. “Mi ha chiamato il Ministro degli Esteri. È un amico, ma è arrabbiato e preoccupato, dice che la nazione corre il rischio di fare una figuraccia di fronte al mondo”.
“Non sarebbe la prima”, pensò il Commissario; che invece rispose: “Stia tranquillo, l’ho fatta mettere sotto scorta, anche se credo che non serva”.
“Mi racconti”. Il Giudice si alzò e si mise alla finestra, girandogli le spalle. Fuori la città era avvolta nella nebbia.
“La ragazza è arrivata l’anno scorso dall’Europa dell’est, senza un soldo ma affermando di essere la bisbisbisnipote dello zar e di rivendicare il trono di Tutte le Russie. Le è stato concesso asilo politico, e questo ci ha fatto entrare in rotta di collisione con il Cremlino. Il resto lo sa, ne parlano tutti i giornali di gossip”. Il Commissario succhiò il sigaro cubano spento che teneva in bocca.
“Non leggo i pettegolezzi!” esclamò il giudice, offeso.
“Chiedo scusa”, continuò il Commissario. “Sembra che sia diventata amica, ehm, dell’allora Premier e ha fatto una rapida carriera nella TV pubblica, sceneggiati, interviste, il Festival di San Romolo, eccetera”.
“Ma le minacce, in cosa consistono?”. Il Giudice si girò.
“La Principessa ha denunciato il ritrovamento di un proiettile calibro 12 sotto il materasso. Il che ha messo in agitazione i poteri forti, servizi compresi”, rispose il Commissario.
“Quindi si tratta di un fatto politico legato alle sue rivendicazioni…”, mormorò il Giudice.
Il Commissario infilò il sigaro nel taschino. “Non credo. Vede, dopo la caduta del governo precedente ha avuto un notevole calo di popolarità. Così si è trovata altri, ehm, amici influenti. Per esempio anche un capobastone, tale Santo Capece detto O’ Pisello. E sospetto che…”.
“…che la pallottola l’abbia messa O’ Pisello per aiutarla a risalire nell’audience”, concluse il Giudice strizzando l’occhio. Non a caso era il Giudice Capo.
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