Il maestro del poliziesco greco dedica il suo quattordicesimo poliziesco ad Andrea Camilleri.
Grecia, ai tempi di pandemia, con il corteggio di vaccini e chiusure degli esercizi commerciali, disagio psicologico e crisi economica strisciante, causata dalle restrizioni imposte dal governo per proteggere il sistema sanitario.
In compenso il commissario Charitos e i suoi si spostano velocemente da un capo all’altra della città a seconda delle segnalazioni che giungono dalle varie stazioni di polizia. Sembra che alcuni novantenni si siano passati la voce per suicidarsi e far mettere in rete la loro lettera di addio nella quale raccomandano di onorare la loro memori organizzando proteste contro il governo che sta mettendo alla fame i commercianti.
All’inizio, buio competo per il commissario che vorrebbe indagare, anche perché il suicidio non è un crimine. L’aspetto che non gli torna è che sembra che dietro alla rete dei suicidi ci sia una mente organizzativa che ordisce una “congiura”. Anche a casa della figlia di Charitos, sono tutti stressati, pupo compreso.Entra quindi in gioco la moglie Adriana, donna semplice ma di buon senso,per far sì che si lasci fuori della porta il nervosismo insieme agli abiti portati all’esterno e si conversi amabilmente davanti a un piatto di ghemistà o di zuppa.
L’indagine si complica con l’assalto a un furgoncino che trasporta i vaccini e l’assassinio dell’autista da parte di un gruppo di motociclisti. La banda criminale si definisce “Combattenti del 2021”.
Ci vorrà sagacia, ostinazione, lavoro di squadra per scoprire chi è la mente e chi sono gli esecutori materiali dell’uccisione di un epidemiologo che teorizzava la necessità di rendere immune la popolazione e il tentato assassinio di uno pneumologo molto in vista. Charitos sarà aiutato indirettamente, come sempre, dall’anziano e fraterno amico Zisis, perseguitato politico che ha trascorso buona parte delle vita nelle prigioni ai tempi del regime dei colonnelli.
Markaris riesce in quest’ultimo romanzo a dar conto di tutte le posizioni dei vari ceti sociali e delle diverse età di fronte al pericolo costituito dalla pandemia e dalle sue implicazioni. Vi si ritrovano le posizioni dei no-vax, dei complottisti da social media, dei negazionisti e di tutti quelli che hanno paura del contagio e si proteggono come possono. Straordinariala somiglianza degli eventi e delle posizioni descritte dall’Autore con quanto è accaduto in Italia: evidentemente siamo paesi fratelli.
Markaris tiene alto il vessillo del romanzo poliziesco mediterraneo di qualità, con la giusta dose di suspence e di quotidianità dei vari personaggi. Nessun supereroe: l’indagine si fa con la fatica di chi va in strada e le doti diplomatiche e di coordinamento dei responsabili.
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