Il novantaduesimo numero della collana “Il Giallo Mondadori Sherlock”, la prima al mondo a far rivivere ogni mese le gesta del celebre detective, presenta questo aprile Sherlock Holmes. La morte a Scotneyh Castle (Sherlock Holmes and the Dead Boer at Scotney Castle, 2012), firmato da Tim Symonds.

La trama

È una giornata di maggio del 1904 quando Sherlock Holmes viene invitato a parlare del suo metodo deduttivo in una residenza secolare del Sussex orientale. A voler conoscere i segreti della straordinaria capacità di leggere nella mente dei criminali che l’ha reso famoso sono i membri della Kipling League. Questa ricca e potente asso cia zione riunisce influenti ammiratori delle opere letterarie di Rudyard Kipling, assertori in suo nome della politica coloniale e della missione civilizzatrice dell’Inghilterra. A turbare però il buon esito della conferenza, introdotta dal dottor Watson, è il ritrovamento del cadavere di un uomo in uno stagno presso la tenuta di Scotney Castle, poco oltre il confine con il Kent. Annegamento accidentale o suicidio sono le ipotesi al vaglio degli inquirenti; per Holmes si tratta invece di un episodio sinistro, le cui anomalie sono indizi di un delitto allo stesso tempo strano e sofisticato. Una sfida agghiacciante lanciatagli da un avversario forse imbattibile, tanto da indurlo, alla fine, a proibirne la divulgazione.

L'incipit

La morte a Scotney Castle è il resoconto redatto da John H. Watson di ciò che ebbe luogo nel Sussex e nel Kent in una lunga giornata di tarda primavera, all’epoca in cui regnava Edoardo VII. Mai, prima di allora, Holmes e Watson si erano scontrati con un avversario tanto temibile come l’associazione denominata Kipling League. Al pari del patrono Rudyard Kipling, il “poeta dell’Impero”, i suoi membri erano convinti assertori della missione civilizzatrice dell’Inghilterra. Holmes proibì al suo fedele amanuense di dare alle stampe la cronaca di quel confronto. Non l’aveva mai fatto prima, ma la ragione del suo rifiuto è comprensibile. Mai Holmes aveva subito un’umiliazione come quella che gli era stata inflitta dalla Kipling League, cioè dagli astuti appartenenti a una vera e propria consorteria da lui bollata (le rare volte in cui era disposto a tornare sull’argomento) come “banda degli Adoratori del Sole”.

Nonostante l’opposizione di Holmes, Watson sottopose il manoscritto all’editore dello “Strand” per ragioni chiarite più avanti. Il manoscritto fu respinto senza una parola di spiegazione. Fu perché Holmes accusava di omicidio uomini oltremodo ricchi e potenti, vale a dire quattro dei membri più influenti dell’associazione? O era stato lo stesso Holmes a diffidare tutti coloro che erano suscettibili di essere avvicinati da Watson?

Info

Sherlock Holmes. La morte a Scotneyh Castle di Tim Symonds (Il Giallo Mondadori Sherlock n. 92), 240 pagine, euro 5,90 – Traduzione di Giuseppe Settanni