Giallo storico dello scrittore toscano Marco Malvaldi, Buchi nella sabbia è stato pubblicato dalla casa editrice palermitana Sellerio.
Ambientato nella città di Pisa nel 1901, dove il re Vittorio Emanuele III viene invitato ad assistere a Tosca, opera lirica del compositore Giacomo Puccini, questo romanzo ha per protagonista un grande esponente della letteratura italiana del primo novecento, il giornalista, poeta e amante della bottiglia Ernesto Ragazzoni.
Alla fine del melodramma, intriso di forti contenuti politici, è previsto che il personaggio del pittore Cavaradossi, interpretato in questa occasione speciale dalla star del bel canto, il tenore della compagnia Arcadia Nomade con molte amicizie anarchiche Renato Balestrieri, venga ucciso.
E così, in un momento di forti tensioni, pochi mesi prima della recita infatti, Gaetano Bresci ha assassinato il padre di Vittorio Emanuele, Umberto I, durante la prima al Teatro Nuovo, al culmine della messa in scena, i fucili sparano.
Ma qualcuno li ha caricati con vere munizioni anziché a salve, e Balestrieri muore davvero.
Omicidio politico o semplice assassinio?
Il Ragazzoni, eccentrico intellettuale, anarchicheggiante, antimilitarista, attento ascoltatore e di intelligenza sopraffina, inviato nella città della torre pendente come critico musicale del quotidiano La Stampa, aiuterà, in un dramma giocoso in tre atti, Gianfilippo Pellerey, tenente dei regi carabinieri rigido e pasticcione, a venire a capo di questo complicatissimo caso.
Inutile dire che la contrapposizione tra i due sarà esilarante.
Accanto ai protagonisti, si muovono numerosi personaggi secondari, tutti molto ben connotati e descritti con una prosa ironica e divertente, tra cui spiccano quattro cavatori anarchici e uomini e donne che ruotano intorno alla rappresentazione di Tosca.
Molto appropriato è lo stile di Malvaldi, svagato e dissacrante, che si prende gioco del tronfio autoritarismo e rende omaggio a un grande uomo di lettere e alla musica dei primi anni del ventesimo secolo.
Se proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo, che comunque non sminuisce la bellezza di un'opera che si legge di un fiato, si può affermare che la trama gialla, quasi un pretesto per fare emergere i vari contesti descritti, è superflua e si risolve con pochi interrogatori e indagini banali.
La ricostruzione storica infine, è molto precisa e i riferimenti al mondo della lirica, materia che l'autore sembra padroneggiare a pieno, rendono il libro una piacevole lettura non solo per gli amanti della letteratura poliziesca ma anche per chi cerca testi che affrontino varie discipline in modo puntuale ma allo stesso tempo divertente.
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