La SEM (Società Editrice Milanese) porta in libreria un «thriller romantico» da cui il film omonimo di Andrea De Sica, con Alice Pagani e Rocco Fasano: Non mi uccidere (2021) di Chiara Palazzolo.

La trama

«Ho chiuso gli occhi e lui ha detto: ritorneremo. La volontà è più forte della morte. L’amore è volontà.» È la promessa che Mirta fa a se stessa e al suo grande amore Robin. Due giovani nell’Italia di tutti i giorni, quella degli studenti universitari e dei locali, dei genitori apprensivi e degli innamoramenti repentini, dei problemi giovanili e dei piccoli paesi.

Mirta è una ventenne solare e curiosa, con una famiglia benestante e un futuro da archeologa. Robin è un ragazzo misterioso con il fascino dei dannati, ha dieci anni più di Mirta e un presente oscuro. I due si innamorano alla follia, come accade una volta nella vita, e si promettono un amore eterno. Un amore che può essere salvezza e il suo contrario. La voglia di trasgredire costa la vita a entrambi.

Mirta si risveglia nel cimitero, risale in superficie e può solo sperare che anche Robin si risvegli, proprio come si erano promessi. Ma niente è come prima. La ragazza ha acquisito poteri straordinari, può volare e ha una forza impressionante. Non è solo questo. Il suo alter ego Luna ha fame e per sopravvivere deve nutrirsi di carne umana. Mirta-Luna ormai fa parte delle schiere dei “sopramorti”, esseri disperati e infelici, rimasti sulla terra dopo la morte, braccati da uomini misteriosi, i “benandanti”, una secolare associazione segreta che ha lo scopo di uccidere quelle anime maledette. Mirta ha paura, non sa quale sia il suo destino in mezzo ai vivi, ma decide di combattere alla disperata ricerca del suo amato Robin.

Da una grande scrittrice, apprezzata da pubblico e critica in diversi paesi, un thriller romantico e un romanzo di formazione con dei protagonisti affascinanti e difficili da dimenticare.

L'incipit

Un vento gelido spazzava i viali, torcendo le chiome leggere dei platani. Sotto il cielo gravido di nubi di pioggia, una ventina di persone si assiepavano intorno alle bare. Le lapidi erano già state incise. Le fosse scavate al mattino. Il sacerdote fece un segno di croce su ciascuna bara. Mormorò alla svelta una preghiera, nel silenzio generale. Non era più tempo di prediche. E nell’omelia della sera precedente, ai funerali, aveva già detto tutto quel che c’era da dire.

«Mirta e Roberto» concluse. «Riposate in pace.»

Immobile come una statua, Amalia fissava la bara di sua figlia. Non riusciva a piangere. Non sapeva neanche come facesse a reggersi in piedi. Non mangiava e non dormiva da quattro giorni. Non pensava neppure da quattro giorni. E quasi non parlava, se non per pronunciare i pochi monosillabi di circostanza: sì, no, grazie. Accanto a lei, Piero piangeva. Suo marito riusciva a piangere. Un uomo alto dai capelli grigio ferro, chiuso in un cappotto blu scuro, che piangeva come un bambino. Da giorni. Amalia provava invidia e rabbia nei suoi confronti. Perché lei lo aveva capito subito che le cose non sarebbero potute andare diversamente. E lui non aveva voluto ascoltarla. Era arrivato, perfino, a prenderla in giro. A sorridere delle sue paure.

L'autrice

Chiara Palazzolo (1961) nata in Sicilia ma romana d’adozione, è mancata nel 2012. Autorevole firma dell’horror gotico italiano, nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi premi, tra cui il Premio Teramo per la sezione esordienti nel 1987 e, nel 2000, il premio Orient Express per il suo romanzo d’esordio La casa nella festa (Marsilio). Nel 2003 con I bambini sono tornati (Piemme) ha partecipato al Premio Strega. A Non mi uccidere sono seguiti Strappami il cuoreTi porterò nel sangue e, nel 2011, Nel bosco di Aus.

Info

ISBN: 9788893903325 – 400 pagine