Trentaduesimo appuntamento con il ciclo di antologie di “Segretissimo Special” (Mondadori) che presentano, in ordine cronologico, tutte le avventure di Chance Renard, il Professionista, nato dalla penna di Stephen Gunn (Stefano Di Marino).

La trama

Avventura, azione, spionaggio, esotismo ed erotismo. Chance Renard, il Professionista. Agente di ventura, impegnato in ogni angolo del mondo in missioni impossibili contro nemici sempre più feroci, sempre più letali. Al suo fianco donne troppo belle e troppo pericolose. E una sola regola: nessuna regola. Tornano tutte le avventure del Professionista, a partire dalle origini e con romanzi inediti scritti appositamente per colmare le lacune nella storia di una vera leggenda di Segretissimo.

Tiro all'italiana

Non c’è pace a Gangland. L’omicidio di un poliziotto porta la firma dell’Uomo Nero. Mentre la scia di sangue innescata dal leggendario killer si allunga, Chance Renard e la sua banda sono chiamati a intervenire prima che le cose precipitino. Sotto il fuoco incrociato di terroristi e malavitosi, il Professionista è costretto a scendere in campo in una partita esplosiva che si gioca dall’Italia fino all’Europa dell’Est. Rischiando tutto per dare una risposta alla domanda cruciale: cos’è Omega?

Colpo in canna

La prima volta che si incontrano Antonia Lake e Chance Renard sono nemici. Ma nel loro mondo niente è come sembra e niente va come deve andare. Una trama di inganni e tradimenti li porta da Venezia a Dacca sulle tracce di un’organizzazione che fornisce armi agli islamisti. Per salvare la pelle Antonia deve accettare un’alleanza con la DSE, e a Chance un sostegno come lei fa certo comodo, visto che si trova intrappolato in una città in cui la sua vita vale il costo di una pallottola.

L'incipit de "Tiro all'italiana"

Per diciassette anni il vicequestore Giovanni Ferrillo si è vantato di non usare mai la pistola. Adesso che ha deciso di portarne una, spinto dalle insistenze del sostituto procuratore e del fido agente Torchio, che gli guarda le spalle da una vita, si sente a disagio. Nessun senso di sicurezza, la Beretta pesa un quintale e lui, anche ai tempi dell’accademia, è sempre stato una schiappa nelle prove di tiro e di estrazione.

Per la verità Ferrillo, quarantatré anni, alto appena oltre i limiti minimi, grassottello, una testa ricciuta, un sorriso gioviale, a volte un po' infantile, gli occhialetti e la barba mal fatta, si è guadagnato la sua posizione grazie all'intelligenza e all’umanità. Dopo l’università è entrato in polizia per tutta una serie di combinazioni che mescolavano il senso civile a certe delusioni personali.

L'incipit di "Colpo in canna"

Amsterdam

Lame. Scintillano nel buio, gioielli forgiati alla fiamma di Caino. Ellissi, affondi, mulinelli. Sul canale la luce crea tra le onde un ricamo d'argento e acciaio.

Lana sussulta sul tappeto, immersa nel suo sangue. Si spegne con una straziante implorazione. Io, maledetto idiota, non posso più fare nulla per lei. Non ho mai potuto.

Un’ondata di rabbia rischia di farmi perdere lucidità. Non deve succedere. Non se voglio sopravvivere. Non se voglio vendicarmi.

— Rilassati, sarà una cosa breve…

In un duello, le parole sono gocce di veleno in una brocca d’acqua. Murad non è così sicuro come vorrebbe far credere. L'Uomo delle Lame, Vassassino venuto da Srinagar per punirmi, sa che massacrare una donna nel sonno è facile. Umiliarmi e uccidermi molto meno.

Io sono Chance Renard. Io sono il Professionista.

La parola all'autore

Esiste la spy story italiana? È una domanda che mi sono sentito rivolgere centinaia di volte in questi anni e quando rispondevo che sì, una scuola italiana al genere esiste da moltissimi anni, ho sempre ricevuto reazioni un po’ saccenti e ironiche che mi facevano notare che la legione pubblica è quasi esclusivamente in edicola (perciò secondo alcuni non sono libri…) e io stesso firmo con uno pseudonimo. Questo lo adottai in un’epoca in cui su “Segretissimo” sarebbe stato davvero difficile lanciare una serie con un nome italiano (anche se in precedenza avevo firmato il mio primo romanzo in collana con il mio nome). Adesso quasi tutti sanno chi sono e sarebbe ridicolo cambiarlo. Però mi sono preso la soddisfazione di firmare anche altre serie come Montecristo e Killer élite con il mio nome vero e mi pare che il gradimento sia rimasto immutato. Sì, la spy story nostrana esiste e volumi come questo “Professionista Story” n. 32 ne sono la dimostrazione.

Tiro all’italiana è una dichiarazione d’intenti sin dal titolo ma non lasciatevi ingannare, non di sola Italia di parla perché una vera spy story ha sempre qualche aggancio internazionale. L’idea è appunto che il nostro Paese è un crocevia di interessi e si presti quindi a mescolare intrecci ed enigmi che si possono avvinare a certi “poliziotteschi” con avventure che ci portano distante. In Transnistria per esempio, un luogo che forse molti hanno dimenticato ma che, ai tempi, appariva su diversi libri sulla criminalità globale. Fu proprio leggendo uno di questi, McMafia, che ebbi l’idea per questa avventura che comincia prendendo un po’ in giro i colleghi che scrivono storie sul commissario Cliché e poi sfocia in una vicenda dura, all’americana che se ambientata nelle nostre strade. Perché non credo siano le ambientazioni ad allontanare i patiti del genere dalle storie italiane, forse sono il ritmo, il tono da commedia sociale che mal si sposa con la spy cui siamo abituati.

Qui mi sono concesso diverse soddisfazioni, mi muovo vicino a casa mia e non mi faccio mettere soggezione dalla possibilità di scatenare una battaglia che a certi può sembrare surreale. Invece non lo è, perché la fiction è fiction e se dobbiamo combattere ad armi pari con la narrativa francese o anglosassone anche noi dobbiamo osare.

Colpo in canna ripropone il primo incontro tra Chance e Antonia Lake come fu raccontato in un brano relativamente breve che fu pubblicato nell’antologia Legion ed era rimasto in qualche modo monco. Nella nuova versione la storia prosegue tra Belgrado, Calcutta e Dacca nel Bangladesh, perché da Venezia può benissimo partire una pista che segue il traffico internazionale d’armi. Io credo che proprio in questa commissione tra luoghi e temi a noi noti e suggestioni lontane che la spy story nostrana affondi le sue radici, forse anche in quella narrativa avventurosa di stampo salgariano che mi piace interpretare con un tocco scerbanenchiano.

L'autore

Stephen Gunn è lo pseudonimo di Stefano Di Marino, uno dei più prolifici scrittori di spionaggio e avventura italiani degli ultimi decenni. Nato nel 1961, ha viaggiato in Oriente e ancora vi trascorre parte del suo tempo. Oltre alla scrittura si interessa di arti marziali, pugilato, fotografia e cinema, soprattutto quello orientale al quale ha dedicato numerosi saggi. Ha esordito con il suo vero nome pubblicando Per il sangue versato, Sopravvivere alla notte, Lacrime di Drago (Mondadori). Ha usato per la prima volta lo pseudonimo Stephen Gunn per firmare i romanzi Pista cieca e L’ombra del corvo (Sperling). Poi, venti anni fa, è nata la serie dedicata a Chance Renard, il Professionista. Scrive per siti e riviste di settore. Su Wikipedia, Stefano Di Marino e il Professionista hanno due voci distinte con bibliografia aggiornata e commentata del personaggio. Per saperne di più sull’autore, sul Professionista e sul suo mondo, cercatelo su Facebook, la fan page di Chance Renard-Il Professionista ed ecco il blog.

Info

Il Professionista Story 32 di Stephen Gunn (Segretissimo Special n. 32), 320 pagine, € 7,90