Terra Alta di Javeri Cercas non è un thriller d'azione anche se denso di eventi e colpi scena, non è un poliziesco nel senso classico, anche se il protagonista è un poliziotto; è tutto questo e molto altro.
È un roman-roman, ossia un vero romanzo, per citare Simenon che applicava questa personale definizione ai suoi romanzi "non-Maigret".
Nel romanzo dello scrittore spagnolo si narra la vita di un giovane uomo con le sue inquietudini, gli errori, gli interrogativi che lo tormentano fin da ragazzo.
È anche il romanzo di un riscatto personale e sociale attraverso la passione per la letteratura e l'amore di una donna. Elemento fondante del romanzo è l'analisi del significato che attribuisce alla parola giustizia in tutte le sue sfaccettature.
Melchor Marin è il figlio di una prostituta uccisa in circostanze misteriose, ma anche un deliquente fin dall'adolescenza, un ragazzo violento, un corriere della droga e infine per qualche anno un detenuto.
In carcere conosce uno strano avvocato che lo difende e poi ne diventa amico e mentore. Sempre in carcere conosce un detenuto che ama leggere e cura la biblioteca che lo avvia al piacere della lettura.
I Miserabili diventerà il suo romanzo preferito, letto e riletto, come una bibbia laica. Il suo personaggio preferito è Javert, il poliziotto che in ossequio a un principio di giustizia formale, si accanisce per smascherare l'ex galeotto Jean Valjean.
Anche Melchor diventa un poliziotto e un eroe, sterminando una banda di radicalizzati islamici. Per proteggerlo dall'eccessiva notorietà, la polizia barcellonese lo trasferisce in una zona tranquilla, al confine con l'Aragona. Terra Alta, dove non succede mai niente e tutti sanno tutto di tutti. Lì incontra l'amore della sua vita, una bibliotecaria che ha molti anni più di lui e da cui avrà una figlia, Cosette, come il personaggio de I Miserabili.
Poco dopo il suo arrivo in Terra Alta, viene commesso un triplice omicidio con modalità cruente e insolite per quei luoghi. Melchor con i suoi colleghi e i superiori indaga, poi il caso viene archiviato perché nessuna pista si rivela decisiva per individuare i colpevoli.
Melchor non è d'accordo e tenta di far proseguire le indagini ma di fronte al diniego netto del suo superiore e del magistrato titolare, continua a indagare di nascosto mettendo in gioco la sua stessa vita, e non solo. Non andrà tutto bene, ma Melchor, quando crede di aver perso tutto, trova la verità.
"Javert rinuncia a compiere il suo dovere di poliziotto lasciando libero Jean Valjean, fa prevalere le proprie regole sulle regole comuni, la giustizia intima sulla giustizia pubblica, il diritto naturale sul diritto formale, la legge di Dio sulla legge degli uomini, e quella decisione imprevedibile, che manda all'aria le sue convinzioni più granitiche, lo lascia perplesso e inerme, orfano di certezze, e lo sprofonda in una disperazione che lo spinge a gettarsi nelle acque gelide della Senna. Melchor sa che, anche se adesso gli toccherà scegliere, come è toccato a Javert, tra due verità discordanti, tra due ragioni ugualmente valide, in questa occasione non lo imiterà,…, nella Terra Alta ha trovato certezze che Javert non si è nemmeno sognato, … e all'improvviso, per la prima volta nella vita, Javert appare a Melchor come un personaggio distante ed estraneo, dal comportamento assurdo, tragicamente ridicolo."(pp. 370, 371).
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