La Piemme presenta un nuovo grande thriller, primo di una trilogia: L'uomo che giocava con le bambole (Mannen som lekte med dockor, 2017) di Magnus Jonsson.
La trama:
Linn Ståhl, esperta di crittografia informatica, è ancora una studentessa quando i detective Stenlander e Svensson chiedono il suo aiuto per indagare su un macabro omicidio. Una giovane donna è stata trovata morta in un appartamento; sul corpo, una patina di lacca che le dà l'aspetto di una bambola di porcellana.In passato, Linn è stata un'attivista dell'afa, un'organizzazione antifascista inserita nella lista nera delle forze dell'ordine svedesi, e ha una condanna per crimini contro la sicurezza nazionale. È quindi molto scettica quando inizia a lavorare con la polizia. Tuttavia, si rende conto che nel caso potrebbero essere coinvolti i suoi nemici di sempre, ossia il movimento di estrema destra, e capisce che è un'occasione unica per iniziare un'indagine privata con l'aiuto dell'afa. Ciò che Linn non ha previsto è che il suo coinvolgimento la rende un bersaglio dei nazisti.
Mentre altre donne vengono ritrovate prive di vita, Linn dovrà guardarsi le spalle se non vorrà finire lei stessa in quella lugubre collezione di bambole.
L'incipit
Respiri brevi, impalpabili. Poi un rapido scatto nel sonno, come se avesse istintivamente capito di non essere sola. Messo in allerta, l’uomo che la stava osservando fece un passo indietro, ritirandosi nell’angolo buio della stanza. Nell’aria aleggiava una nota di vaniglia. Un sentore che l’uomo conosceva bene. Il suo profumo. Da sempre parte di lei. Una fragranza infantile. Su una persona più matura sarebbe parsa una scelta frivola, stucchevole. Ma si addiceva alla donna ancora giovane, anzi, alla ragazza stesa su quel letto.
Si avvicinò di nuovo, indugiando accanto al materasso. C’era un che di innaturale in quella posa, con i lunghi capelli biondi sparsi come raggi sul cuscino, quasi che volesse risparmiarsi la fatica di sciogliere i nodi al risveglio, l’indomani mattina. Scrupolo superfluo, pensò lui. Le braccia erano distese lungo il busto come quelle di una bambola. Un fermo immagine, un fotogramma senza audio, silenzioso e sereno. Eppure lui sapeva, ormai, che quell’aura di innocenza era una finta. La sua indole opportunista era uscita allo scoperto, rovinando quello che di bello avevano saputo costruire insieme. Lei così dolce, così seducente, si era mostrata gelida e spietata. Aveva calpestato la sua promessa. Gli accordi presi non valevano più nulla. La tenerezza di un tempo aveva lasciato il posto a un sarcasmo sprezzante. Aveva umiliato i suoi sentimenti, ridendo alle sue spalle, ma aveva anche commesso un grave errore. Lo aveva sottovalutato. Si era illusa di vederlo chinare la testa, strisciare sconfitto ai suoi piedi di fronte allo spettacolo della sua perfidia, della sua gretta avidità.
L'autore
Magnus Jonsson vive a Stoccolma, lavora come insegnante di liceo e ama lo skateboard nel tempo libero. L'uomo che giocava con le bambole è il suo romanzo d'esordio, il primo de La trilogia dell'odio, che ha venduto solo in Svezia più di 100.000 copie.
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