La Newton Compton festeggia la giornata della memoria con varie iniziative, tra cui il romanzo La libraia di Auschwitz (A Delayed Life, 2020) di Dita Kraus.
La trama
A soli tredici anni Dita viene deportata ad Auschwitz insieme alla madre e rinchiusa nel settore denominato Campo per famiglie (tenuto in piedi dalle SS per dimostrare al resto del mondo che quello non fosse un campo di sterminio): quello che conteneva il Blocco 31, supervisionato dal famigerato “Angelo della morte”, il dottor Mengele. Qui Dita accetta di prendersi cura di alcuni libri contrabbandati dai prigionieri. Si tratta di un incarico pericoloso, perché gli aguzzini delle SS non esiterebbero a punirla duramente, una volta scoperta. Dita descrive con parole di una straordinaria forza e senza mezzi termini le condizioni dei campi di concentramento, i soprusi, la paura e le prevaricazioni a cui erano sottoposti tutti i giorni gli internati. Racconta di come decise di diventare la custode di pochi preziosissimi libri: uno straordinario simbolo di speranza, nel momento più buio dell’umanità. Bellissime e commoventi, infine, le pagine sulla liberazione dei campi e del suo incontro casuale con Otto B Kraus, divenuto suo marito dopo la guerra. Parte della storia di Dita è stata raccontata in forma romanzata nel bestseller internazionale La biblioteca più piccola del mondo, di Antonio Iturbe, ma finalmente possiamo conoscerla per intero, dalla sua vera voce.
L'incipit
La mia non è una vita vera. È qualcosa che avviene prima che abbia inizio la “vita vera”, una sorta di prefazione agli eventi narrati. Non è ancora ciò che conta, ma una semplice prova prima dello spettacolo. E c’è qualcuno che osserva da dietro le quinte, o forse dall’alto, e giudica. Un’entità che controlla e valuta il mio comportamento. Forse in realtà non è là fuori, ma dentro di me. Che sia mia madre? O mia nonna? O magari è qualcosa di più interiore… il mio Io? Non ne ho idea. Eppure è una presenza costante, è sempre lì davanti a me con uno specchio invisibile tra le mani.
Riesco a percepirne l’approvazione o la disapprovazione, e quest’ultima mi fa contorcere le viscere, mentre cerco di sopprimere la mia coscienza assillante, o di trovare delle scuse, ma quella terribile sensazione è tanto tenace da non poter essere scacciata via. Mi sforzo di trovare delle ragioni per aver fatto o detto ciò che il mio controllore trova inaccettabile, ma allo stesso tempo so che è solo un tentativo di giustificare le mie malefatte.
L'autrice
Dita Kraus, nata a Praga nel 1929, è una sopravvissuta all’Olocausto ed è la vera bibliotecaria di Auschwitz. Dopo la morte del marito Otto Kraus, autore di Il maestro di Auschwitz, avvenuta nel 2000, ha continuato la sua importante opera di diffusione della verità. Vive in Israele.
Info
ISBN: 9788822739162 – Pagine: 416 – 3.0 n. 182 – Traduzione di Laura Miccoli
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