Yellowstone è una serie televisiva statunitense del 2018 creata da Taylor Sheridan e John Linson articolata finora su 3 stagioni.
Bisogna ammetterlo: c’è stato un certo scetticismo nell’approcciare una serie dal nome altisonante (ma sbagliato), incentrata su dei cowboy dei giorni nostri con protagonista Kevin Costner. Tutti elementi a priori negativi…
Iniziamo subito a chiarire che quello che uno si potrebbe attendere, ma che in realtà non è. Yellowstone infatti non è una serie TV western ambientata nell’omonimo parco di Yellowstone con Kevin Costner che fa il Ranger a difesa della natura e dei buoni sentimenti.
Niente di più lontano da quello che suggerisce il titolo, niente di più diverso dal Tenente John J. Dunbardi Balla coi lupi.
La serie in onda su Sky Atlantic è un western contemporaneo con deviazioni nel crime e nel family drama e segue le vicende della famiglia Dutton, proprietaria di un ranch – chiamato Yellowstone – in una sconfinata tenuta del Montana.
Gli eventi raccontati sono quelli che potrebbero coinvolgere una famiglia qualsiasi – il fattore immedesimazione è assolutamente centrato dagli sceneggiatori – ma calati in atmosfere a noi molto lontane, e per questo per gli amanti del genere, molto affascinanti e suggestive.
Lo sceneggiato ha la capacità di mescolare temi legati all’alta finanza, alla speculazione immobiliare, al tema ambientalista (molto caro a Costner)fino al crimine e al politically incorrect, fattore determinante per la buona riuscita di una serie TV moderna. Il tutto con atmosfere tipiche dell’America più autentica regalando uno spaccato veritiero e semi-sconosciuto della vita americana tra Rocky Mountains e Midwest. Il tema principale è il contrasto tra la primordialità di un passato che appare primitivo, non evoluto, quindi nel contempo semplice e ingenuo e l’avanzare di una ostentata quanto smaccata modernità consumistica che come un parassita cerca di prevalere sull’incontaminato organismo ospite.
In questa eterna sfida il protagonista diventa legittimato a rinunciare a qualsiasi etica per difendere ciò che ha conquistato con sudore e lavoro anche a scapito dei figli in lotta per la successione e il patrimonio.
Gli attori sono tutti bravissimi e calati perfettamente nel loro ruolo, a cominciare da Kevin Costner nella parte del patriarca John Dutton. A 65 anni suonati è ancora un attore che incide e aver affrontato il mondo del cinema seriale per la prima volta con Yellowstone gli fa davvero onore. Ha saputo reinventarsi, appropriandosi di un ruolo che lo vedrà protagonista crediamo per molte stagioni. All’altezza anche chi interpreta i figli: – Luke Grimes – Kayce Dutton, Wes Bentley, Jamie Dutton e Kelly Reilly straordinaria nella parte della figlia Beth Dutton, la più spregiudicata e anche quella che ha le maggiori affinità con il padre. Legato a Beth un superlativo Cole Hauser che interpreta Rip Wheelerl’uomo di fiducia dei Dutton, uno a cui si può chiedere davvero tutto, anche la vita per difendere il ranch e la famiglia che lui sente sua. Da nominare anche due co-protagonisti che solo con la loro fisicità sanno dare un senso alla loro presenza: Danny Huston che interpreta l’affarista senza scrupoli Dan Jenkins e l’attore di origini Comanche Gil Birmingham che nel ruolo di Thomas Rainwater troneggia.
Quello che colpisce di più di Yellowstone sono i dialoghi, frutto del lavoro di cesello di sceneggiatori davvero in gamba. Dialoghi talmente perfetti da far venire voglia di rivedersi la serie in lingua originale.
Nella scrittura e nella caratterizzazione dei personaggi il principale merito va a Taylor Sheridan ideatore, regista, sceneggiatore e anche attore in un cameo in cui interpretaTravis Wheatley un campione di sliding stop (arresto), disciplina dell'equitazione americana chiamata reining (tradotto "lavorare di redini")
Sheridan ha iniziato a lavorare sulla serie già nel 2013, essendosi stancato di recitare. Avendo vissuto nelle zone rurali di stati come il Texas e il Wyoming, Sheridan ha appositamente impostato la serie in Montana e ha iniziato a scrivere le prime sceneggiature a Livingston, accesso nord al parco.
Ha avuto il meritodi imbastire intorno ai personaggi le dinamiche psicologiche più raffinate, nell’alveo delle grandi serie americane degli ultimi decenni attingendo ai miti made in USA e alle sue contraddizioni, i sogni e le disastrose cadute.
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