Sorpresa sorpresa: torna in libreria dopo più di tre quarti di secolo il primo romanzo italiano frutto di scrittura collettiva!
Lo Zar non è morto (sottotitolo: Grande romanzo d'avventure) è uno dei libri più misteriosi del Novecento. Pubblicato nel 1929, gratificato – dicono le cronache – da un istantaneo successo, è oggi completamente sparito dalla memoria. Eppure si tratta di un libro sorprendente: un romanzo di “fantapolitica del presente”.
Nel 1929, in Manciuria, compare all’improvviso un uomo che assomiglia in tutto e per tutto allo Zar Nicola Romanov. È un sosia? Oppure è il vero Zar Nicola, misteriosamente scampato all’eccidio di Ekaterinburg? Sia come sia, l’esistenza in vita di quest’uomo è un enorme pericolo per l’ancora giovane e fragile regime sovietico. E allora tutte le diplomazie e tutti i servizi segreti del mondo si mettono in moto: e con loro si mettono in moto quattrocento pagine di inseguimenti, colpi di scena, duelli aerei, sparatorie, rapimenti, torbidi amori, giochi doppi tripli quadrupli, e quant’altro basti a comporre, appunto, un «Grande romanzo d’avventure» da manuale, con locations a Pechino, Istambul, Losanna, Parigi, Enghien, Roma, e perfino in Vaticano.
Lo Zar non è morto è un romanzo pieno di sorprese: non solo quelle di cui è generosissima la sua trama, ma anche quelle che lo riguardano direttamente. Si tratta infatti della prima opera letteraria italiana composta da un collettivo di scrittura: un romanzo composto a venti mani da Dieci Autori – alcuni dei quali celeberrimi. Nel Gruppo Letterario dei Dieci troviamo infatti Filippo Tommaso Marinetti, Massimo Bontempelli, Antonio Beltramelli, Lucio D’Ambra, Alessandro De Stefani, Fausto Maria Martini, Guido Milanesi , Alessandro Varaldo, Cesare Viola, Luciano Zuccoli: uno strepitoso mix di scrittori futuristi, giallisti con i guanti bianchi, penne da terza pagina, romanzieri sentimentali e superspecialisti del colpo di scena.
Dice l'editore Sironi: "ripubblicare Lo Zar non è morto non è un’operazione archeologica, ma la riscoperta godibilissima delle origini di un filone narrativo avventuroso, leggendario, popolare e politico, che ha attraversato sotterraneamente la letteratura italiana del Novecento, e che solo di recente è emerso con i successi di autori come Tullio Avoledo, Giuseppe Genna, Tommaso Pincio, Leonardo Colombati e – naturalmente – i Luther Blissett/Wu Ming".
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