Con dieci investigatori sul treno famoso…
Assassinii sull’Oriente Express di Manuela Costantini, Annamaria Fassio, Andrea Franco, Diego Lama, Giulio Leoni, Enrico Luceri, Roberto Mistretta, Marzia Musneci, Alberto Odone e Carlo Parri, Mondadori 2020.
Appena letto il titolo subito beccato, sicuro che mi avrebbe intrigato conoscere le invenzioni dei dieci autori su un treno così famoso. Avevo iniziato prendendo appunti e scrivendo una sintesi per ogni racconto, ma così facendo mi sono accorto che la cosa sarebbe stata troppo lunga e pesante per i lettori. Una specie di rece mallopposa difficile da digerire. Allora ho deciso di buttare giù come detta l’ispirazione.
Prima di tutto un felice abbraccio con personaggi quasi tutti già conosciuti con le loro caratteristiche, le loro tecniche investigative, le qualità o “doni” (i due cervelli, la percezione degli odori…), le debolezze, i tic, le manie (chi fuma il sigaro, chi lecca i bastoncini di liquirizia ecc…) :l’avvocato Filippo Dolci, il commissario capo Erica Franzoni, monsignor Attilio Verzi, il commissario Veneruso, l’architetto Cesare Marni, il commissario Bonocore, il maresciallo Bonanno, l’investigatore privato Matteo Montesi, il Kriminalinspector Meingast (questo per me una nuova scoperta), il vicequestore Cardosa.
Ed eccoli lì sul treno famoso, scintillante di lusso, a godersi una bella vacanza con la compagna o il compagno della vita (ma anche da soli) o a dover compiere, magari controvoglia, il proprio dovere poliziesco. Costretti, volenti o nolenti, a dover sciogliere, in prima persona o apparentemente distaccati, il classico busillis dell’assassinio sul treno. Magari insieme a qualche grande scrittore o personaggio della letteratura gialla, come Conan Doyle o lo stesso Watson, tanto per portare solo un paio di esempi, e comunque sulle orme dell’inimitabile Poirot che può apparire anche nel titolo. In tempi naturalmente diversi che ognuno di loro sta trascorrendo la propria vita durante un determinato periodo storico.
C’è, prima di tutto, la creazione di una particolare atmosfera interna ed esterna. Di lusso, dicevo, di gusto, di perfezione, di eleganza, di smodato vivere, di piatti succulenti, intaccata da qualcosa che stride, che non va. Da qualche personaggio (ottima la caratterizzazione del “gruppo” a creare scontro di personalità) che se ne sta troppo tempo rinchiuso in cabina, da un suo improvviso cambio di umore, oppure da un segnale poco rassicurante del volto, degli occhi , di sorpresa, di paura, di odio, seguito dopo un po’ dalla scena raccapricciante della sua non voluta (però può essere anche voluta…), sanguinosa dipartita. Perché? Che cosa ha visto? Chi ha visto? Quale il movente? Sesso? Denaro? Invidia? Vecchi rancori? Mentre là fuori imperversa, magari, una tregenda di neve e il treno è costretto a fermarsi.
Gli autori, espertissimi, danno sfogo a tutte le possibili strategie, a tutti i trucchi possibili per creare situazioni incredibili e allo stesso tempo risolvibili attraverso la sagacità dei loro beniamini, e ad una ricca varietà di stili che va dal velocissimo martellamento parolesco (mio conio) ad un fluire più morbido e lento. Sgomento, fibrillazione, scontro, paura, drammatiche rievocazioni di terribili vicende storiche (vedi, per esempio, quella dei desaparecidos) ma anche tocchi di humor e ironia (basterebbe da solo Veneruso), citazioni e rimandi, come doveroso, sentito omaggio alle opere della Christie insieme a qualche inevitabile ripetizione (il ventriloquo) dalle quali si percepisce appieno la passione, la gioia e il divertimento con cui sono stati scritti i racconti.
Ottima idea curata e realizzata da Franco Forte. Ora ci aspettiamo Assassinii sul palcoscenico.
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