Dentro l’arena della vita…
Primo personaggio l’attore porno e gigolò Bonamente Fanzago. A quarantun anni si deve difendere con le unghie e con i denti dalla concorrenza. Ovvero dai negri che sono meglio equipaggiati (in quel senso). Già colpito da un ictus prende delle medicine che lo buttano giù e ha una sola cliente, la signora del martedì (secondo personaggio) che regolarmente viene a visitarlo nel suo letto proprio in quel giorno della settimana dalle quindici alle sedici alla pensione Lisbona. Solo che, dopo un po’, si innamora di lei entrando in depressione. Inizio scoppiettante, nel senso della scrittura veloce e ironica che ha facile presa sul lettore e l’avrà sino alla fine.
Terzo personaggio il proprietario della suddetta pensione signor Alfredo Guastini, un ultrasessantenne travestito che si traveste, appunto, da donna, amico sincero di Bonamente e innamorato del professor Federico Bassi. Fino a quando…fino a quando il suddetto Bassi deve rinunciare agli incontri per via dei figlioli. E allora, unico suo scopo, quello di aiutare l’amico e difenderlo dalla signora del martedì…
La signora del martedì, dicevo, Alfonsina Malacrida, accusata ingiustamente dell’uccisione dell’avvocato Tommaso Fontana per averlo travolto con la macchina dal commissario Michele Pagano. Sua triste, desolante storia. Assolta, condannata, di nuovo assolta e di nuovo condannata a suo tempo per l’uccisione dell’ amante quando era conosciuta con il nome di Nanà. Al momento della nuova accusa scrive libri per bambini sotto pseudonimo, inventa fiabe ma si porta dietro il marchio infamante dell’assassina. Aveva incontrato l’avvocato Fontana che si era presa cura di lei, erano andati a vivere insieme e diventati amici, veramente amici, non amanti. E ora, oltraggiata anche dai social, non le resta altro che “rannicchiarsi su se stessa.”
Non manca il classico giornalista nelle vesti di Pietro Maria Belli che ce l’ha fina con la sopracitata “Alfonsina Malacrida, la cagna, puttana e spacciatrice ora scrittrice di fiabe di successo” perché, secondo lui, non ha pagato abbastanza. E’ venuto il momento “di chiudere i conti.” Si mette quindi ad indagare per questa sua sciagurata ossessione.
Una storia che lascia in secondo piano la parte squisitamente poliziesca per mettere al centro quella del sesso, della passione, dell’amore, dell’amicizia, dei rimpianti e pianti. Tutti a cercare conforto in qualcosa, in qualcuno, dentro situazioni ormai sfilacciate, dentro matrimoni falliti dove non c’è la possibilità di separarsi anche per questioni economiche, dove ad una gioia può contrapporsi un dolore. Si parte con il sesso e si finisce per rimanere aggrappati alle variegate maglie del Sentimento (con la esse maiuscola) che diventa il vero, più forte personaggio. E se si viene accusati, seppure innocenti, non c’è scampo, si verrà sicuramente messi alla gogna dai moderni mezzi di comunicazione. Ma, in fondo, potrebbe arrivare sempre qualcuno ad aiutarci. Qualcuno che calzi, magari, in questo caso, degli stivali texani a noi piuttosto conosciuti…
Ah la vita, la vita!
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