Ultimo romanzo di Valerio Varesi uscito alla fine del 2019 con protagonista il malinconico commissario Soneri.
Romanzo d’ambiente e insieme romanzo sociale inserito nella struttura del giallo. Una storia complessa, anzi, più storie che si intersecano fra presente e passato.
Soneri si è trovato coinvolto in un’indagine minimale, di quelle che tutti scansano: dare un nome a un uomo trovato morto nel Po tre anni prima, mai reclamato da anima viva.
Non è una di quelle inchieste che fanno accendere i riflettori sulle questure nè fanno ottenere uno scatto di carriera, ma per il commissario di Parma dare un'identità allo sconosciuto morto nel Po è un dovere morale.
Un invisibile, uno che non ha lasciato tracce di sé e verso cui Soneri nutre un senso di pietas. Con determinazione e acume scoprirà poco a poco l’identità del morto e molti crimini collegati alla scomparsa.
Alla verità il commissario si avvicinerà a poco a poco, con lentezza e determinazione, senza grandi colpi di scena che caratterizzano il giallo classico. La lentezza secondo me è l'elemento che rende realistico il romanzo e lo avvicina a un'inchiesta giornalistica.
Nessun effetto speciale, quindi, nessun fuoco d’artificio nella trama ma la pazienza nel percorrere in lungo e in largo le rive del Po intraprendendo un viaggio all’interno delle passioni che governano le azioni umane.
Soneri, per parte sua, sta invecchiando e sente allargarsi sempre più la distanza fra sé e un mondo in rapida trasformazione che gli piace sempre meno. La matura fidanzata Angela, che lo aiuta nell'indagine, ha una positività e una concretezza nell’affrontare la vita che a lui manca.
Tutti i personaggi, anche quelli minori, sono ben definiti da un punto di vista psicologico e restituiti nel loro modo di agire, di pensare, negli atteggiamenti e nelle espressioni linguistiche. Una vera commedia umana in salsa padana.
Sopra tutti, più che la città di Parma, domina il grande fiume che racconta storie a chi lo sa ascoltare, come Casimiro, personaggio quasi felliniano nella sua follia visionaria di mostri acquatici e spiriti.
Il popolo del Po emerge vivissimo dalle pagine: tipi strambi o personaggi drammatici raccontano i segreti del fiume attraverso storie antiche o pettegolezzi recenti. Tutti particolari che, come tessere di un mosaico, permettono al commissario di intuire prima e avere le prove poi dei fatti criminali e, soprattutto, delle loro motivazioni.
Non mancano succulente escursioni enogastronomiche.
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