La collana “Il Giallo Mondadori” di marzo (n. 3189) presenta L'amante di pietra (2020) di Stefano Di Marino.
La trama
Zaira è sparita. Per Bas Salieri, storico della magia spesso impegnato in indagini su delitti che sfiorano il mondo occulto, è un’assistente fedele e affascinante. Forse qualcosa di più. Zaira è uscita dalla loro casa di Amsterdam dopo una telefonata misteriosa e non è più tornata. Quale legame esiste fra lei e Demetrio Savini, ambiguo uomo di spettacolo morto da anni, sospettato nel caso mai risolto di una ragazza scomparsa? Qualcuno ha visto Zaira insieme a una giovane donna poi trovata uccisa vicino ai canali, su una scena del crimine che evoca un omicidio rituale. Bas si rende conto di non conoscere affatto la sua assistente. Ne segue le tracce in una galleria inquietante di circoli esoterici, sette e perversioni che non avrebbe mai immaginato. Amsterdam, Praga, Berlino. Ma la pista lo porta presto in Italia fra Torino e il Lago Maggiore. Qui Bas può contare sul vicequestore Panitta, ormai in pensione, deciso ad aiutarlo. Da incontri, indizi e segni rivelatori emerge l’ango sciosa verità. Zaira è coinvolta in un oscuro meccanismo che, se non sarà fermato in tempo, la trasformerà in qualcosa di spaventoso.
L’incipit
Dieci anni fa
Dalla villa si vedeva il lago.
Oltre gli ampi finestroni a volta, ingabbiati nelle cornici di legno antico e scuro e bordati da broccati viola, il mondo appariva diverso. Le strutture architettoniche esterne, i piccoli torrioni merlati, la sinuosa linea del bastione, la vegetazione rigogliosa e curata, tutto era inondato da un sole caldo, che giocava sull'acqua con riflessi d'oro e d'argento come gioielli su un drappo di seta. All’orizzonte due vele bianche s’inseguivano senza una destinazione precisa.
La porta d’ingresso si schiuse con un miagolio di cardini rugginosi. Assieme alla luce entrò anche la ragazza. Rimase sulla soglia, incerta solo per un attimo, il tempo di rivolgere uno sguardo al mondo esterno. Pareva la statua di una dea, immersa in una girandola di microrganismi rivelati dal caleidoscopio di luci e ombre che stabilivano un confine tra due mondi.
Un sospiro appena percettibile nell’ansare del generoso décolleté tradì l’incertezza ma anche l’eccitazione. La nuova venuta ripose la chiave nella borsetta e si fece avanti.
Era giovane. Era bella. Elegante. I lunghi capelli neri che scendevano sulle spalle incorniciando un viso da madonnina con lunghe ciglia sugli occhi viola, le belle labbra sfrontate. Indossava un abito di marca con la gonna che scendeva appena sotto il ginocchio e uno spacco sottile ma sufficiente a rivelare la linea delle gambe fasciate di calze scure. Un portamento eretto che i sandali con il tacco appuntito rendevano ancora più desiderabile. Era un vestito fuori dal tempo, ispirato a un’epoca ormai passata. La ragazza aveva persino un cappellino con la veletta, un vezzo che la collocava idealmente in un altro secolo. Quello in cui era stata restaurata la villa sul lago. Una magione che le sembrava enorme, piena di segreti.
L’invito, la consegna delle chiavi di quell’universo celato a tutti l’avevano lusingata, ma, adesso che era lì, un po’ la intimidivano. In quel momento aveva solo un vago ricordo del percorso compiuto per arrivare a destinazione. Nella mente anche la breve traversata in barca, i lineamenti stessi dell’uomo al timone svanivano, stemperati dall'emozione di trovarsi in un luogo fatato. Una frontiera.
L'autore:
Stefano Di Marino si occupa della narrativa d'intrattenimento in tutte le sue forme da oltre vent'anni. Nato nel 1961, ha viaggiato in Oriente e ancora vi trascorre parte del suo tempo. Oltre alla scrittura si interessa di arti marziali, pugilato, fotografia e cinema, soprattutto quello orientale al quale ha dedicato numerosi saggi. Con lo pseudonimo Stephen Gunn firma per "Segretissimo" la serie Il Professionista dal 1995. Ne "Il Giallo Mondadori" pubblica invece una serie con il personaggio ricorrente di Bas Salieri.
Info
L'amante di pietra di Stefano Di Marino (Il Giallo Mondadori n. 3189), 272 pagine, euro 5,90
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