La Newton Compton porta in libreria La spada della guerra (Falling Sword, 2019) di Ben Kane.
La trama:
198 A.C. Dopo la bruciante sconfitta subita dai Macedoni, il generale Flaminino è accecato dall’ira e intende riguadagnare l’onore perduto sconfiggendo re Filippo V di Macedonia una volta per tutte. Roma chiama dunque a raccolta le sue legioni in vista dello scontro finale con la potente falange macedone. I due uomini a capo dei rispettivi schieramenti stanno per contendersi il dominio sulla Grecia e sono disposti a fare qualunque cosa pur di annientare l’avversario. I destini di Felice, un valoroso legionario, e di Demetrio, micidiale guerriero macedone, stanno per intrecciarsi. I due soldati saranno testimoni di uno scontro che cambierà per sempre il destino del mondo. Perché solo il letale esercito di Roma è in grado di contrapporsi alla sofisticata macchina di morte delle falangi macedoni, ritenute per secoli impossibili da fronteggiare sul campo di battaglia.
L'incipit:
Vicino Elatea, in Focide, autunno, 198 a.C.
Nonostante l’anno che volgeva ormai alla conclusione, la stretta piana della Focide era inondata dalla calda luce del sole. A nord era chiusa dalle montagne di fronte alle quali si trovavano le Termopili, le “porte di fuoco” dove Leonida e i suoi spartani avevano combattuto fino a immolarsi. A sud di quei picchi si estendeva la piana, divisa in due da una strada, che al momento era importante quanto lo era stata ai tempi delle invasioni persiane, quasi tre secoli prima. Ancora più a sud si trovava Atene, inerme di fronte agli attacchi. Il periodo del raccolto si era appena concluso; i campi erano ancora coperti di steli dorati. Ordinati filari di vite si estendevano a tratti ai lati della strada, e i loro pesanti grappoli violacei erano un invito irresistibile per i viaggiatori o i soldati di passaggio.
Lunghe scie di polvere si sollevavano nell’aria, segnando il passaggio dell’esercito di Tito Quinzio Flaminino. Erano trascorsi sei giorni dalla sua sconfitta presso la fortezza macedone di Atrace, otto miglia a nord-ovest. Seppelliti i caduti e con i feriti caricati sui carri o lasciati indietro, l’esercito si era spinto a sud-est per proteggere la flotta romana, ormeggiata nelle vicinanze. A parte gli avvoltoi dagli occhi avidi che seguivano le legioni dall’alto, non c’erano molte creature in vista. L’arrivo di un simile ospite poteva significare molte cose, ma nessuna buona. I contadini locali erano fuggiti con le loro famiglie e i loro animali, perlopiù trovando rifugio all’interno di Elatea, la cittadina davanti alla quale le prime truppe di Flaminino si stavano schierando.
L’avanguardia romana si era allargata, formando un muro protettivo per permettere al resto dell’esercito alle sue spalle di schierarsi. Tra i principes c’era un giovane dal viso gioviale di nome Felice. Con i capelli corvini e la carnagione olivastra, superava quasi tutti per statura, sovrastandoli di tutta la testa. Fissava le mura di Elatea con torvo risentimento, come del resto stavano facendo anche suo fratello e i loro compagni. Elatea, con i suoi difensori sulle mura, ricordava loro con forza che la guerra non era finita. Altri di loro sarebbero morti lì, pensò cupamente Felice. Non molti, forse, ma alcuni sì.
Consapevoli della vicinanza del loro comandante temporaneo, Livio, i principes non si lamentarono. Piuttosto, si piegarono sugli scudi, prendendo rapidi sorsi di vino dalle borracce, e attesero che il tempo passasse e arrivassero gli ordini.
Felice considerò che probabilmente non sarebbe successo nulla prima del giorno seguente. Dopo la cavalleria e gli esploratori, che viaggiavano davanti all’esercito, la sua unità era stata tra le prime ad arrivare, il che significava che almeno altre tre ore sarebbero passate, prima che la colonna, lunga intere miglia, li raggiungesse. I carri, con il loro carico di provviste e macchine da guerra smontate, procedevano lenti, come anche il gruppo di elefanti da guerra. I ritardatari avrebbero continuato ad arrivare anche dopo il tramonto, e fino a nuovo ordine, Felice e i suoi compagni dovevano stare in guardia, in caso di un’eventuale sortita da parte dei difensori di Elatea.
L'autore
Ben Kane è nato in Kenya e si è poi trasferito con la famiglia in Irlanda. Laureato in Veterinaria, è un grande appassionato di storia. È considerato uno dei massimi autori di romanzi storici contemporanei. La Newton Compton ha già pubblicato la trilogia composta da Le aquile della guerra, Nel nome dell’impero e Aquile nella tempesta. Con Una battaglia per l’impero ha inizio una nuova, entusiasmante serie, che prosegue con La spada della guerra. Per maggiori informazioni, visitate il sito www.benkane.net
Info
La spada della guerra di Ben Kane (Newton Compton – Nuova Narrativa Newton n. 1065), 432 pagine, euro 9,90 (in eBook, euro 1,99) – ISBN 9788822736970 – Traduzione di Francesca Noto
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