Mindhunter è una interessante serie televisiva americana prodotta da David Fincher (regista di Seven, The game, Fight club, Zodiac) per Netflix nel 2017 e basata sul libro “Mindhunter: La storia vera del primo cacciatore di serial killer americano” dello scrittore Mark Olshaker e dall’ex agente dell’FBI John E. Douglas.
Ed è quest’ultimo il protagonista della serie con il nome cambiato in Holden Ford, interpretato dall’ottimo Jonathan Groff.
Nel cast anche l’inossidabile Holt McCallany (già visto all’opera in CSI) che interpreta Bill Tench, personaggio basato su Robert Ressler, anch’egli ex agente dell'FBI e uno dei primi criminal profiler statunitensi.
Inoltre non da dimenticare Wendy Carr, interpretata da Anna Torv, il cui personaggio è basato sulla dottoressa Ann Wolbert Burgess, ricercatrice che ha aperto la strada alla valutazione e al trattamento del trauma nelle vittime di stupro. Insieme a John E. Douglas e Robert Ressler e altri agenti dell'FBI nell'Unità di scienza comportamentale ha sviluppato la moderna profilazione psicologica per i serial killer.
Se si volesse riassumere Mindhunter in una parola potremmo dire che è in pratica il prequel di Criminal Minds.
Si tratta infatti della narrazione di come sia nato il profiling nell’FBI.
La trama della serie racconta di come l’Unità di analisi comportamentale dell’FBI abbia iniziato a costruire un database del comportamento degli assassini multipli intervistando i più noti criminali seriali: Edmund Kemper, Richard Franklin Speck, David Berkowitz, Charles Manson, Tex Watson, William Pierce Jr, Paul Bateson, Elmer Wayne Henley, William Hance.
A questo filone principale se ne innestano altri che caratterizzano la serie distaccandola dalla natura psedo documentaristica e riportandola sulla fiction, sulla falsariga della serie Criminal Minds.
Abbiamo allora:
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il fil rouge con cui si aprono quasi tutti gli episodi, con le pillole riguardanti Dennis Rader BTK aka BTK (Bind, Torture, Kill) acronimo che significa "lega, tortura e uccidi" e descrive il suo "modus operandi" autore di ben dieci omicidi;
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le vicende personali dei protagonisti che sono inserite dagli sceneggiatori in modo un po' forzato, con storie romanzate che rischiano di pregiudicare la credibilità della serie stessa (le difficili e abbastanza inutili vicende sentimentali di Holden Ford, gli amori lesbici di Wendy Carr che nella realtà non era affatto omosessuale e soprattutto i gravi problemi psicologi del figlio adottivo di Bill Tench il cui alter ego reale aveva tre figli).
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infine l’indagine sul killer di Atlanta (a cui si attribuiscono ventotto vittime).
Proprio grazie a Mindhunter, a distanza di trentanove anni, Keisha Lance Bottoms il sindaco della città ha riaperto il caso chiedendo di riesaminare le prove raccolte più di quarant'anni fa.
Infatti, nonostante Wayne Williams sia stato condannato all'ergastolo per la morte di almeno due dei bambini coinvolti, i famigliari delle vittime non hanno mai davvero creduto che fosse lui il serial killer. "Hanno riaperto le indagini perché nessuno pensa sia stato Wayne Williams, data la storia di violenza per motivi razziali di quella parte del nostro paese", ha commentato Holt McCallany, l'attore che interpreta Bill Tench nella serie, in un'intervista con il Los Angeles Times.
John E. Douglas è stato preso come spunto per personaggi letterari e cinematografici come Jack Crawford, nei libri di Thomas Harris Red Dragon e Il Silenzio degli innocenti, e nei film Manhunter (interpretato da Dennis Farina), nel Silenzio degli Innocenti (interpretato da Scott Glenn), in Red Dragon (interpretato da Harvey Keitel) e nella serie Hannibal (interpretato da Laurence Fishburne).
Inoltre i creatori della serie Criminal Minds hanno ammesso che i personaggi dei profiler dell'FBI Jason Gideon e David Rossi erano basati sullo stesso Douglas (serie che Douglas non ama molto, per le scene di azione che spesso vengono utilizzate, ma che nella realtà del suo lavoro non sono affatto verosimili).
In una intervista John E. Douglas ha suggerito per la terza serie di approfondire il caso del serial killer dell’Alaska Robert Hansen già comparso nel film di Scott Walker del 2013 Il cacciatore di donne (The Frozen Ground). Il modus operandi usato dall'assassino è proprio da film per la sua brutalità: adescava donne (accertate 17, ma si parla di 24) e dopo averle violentate le caricava sul suo aereo e le portava in montagna dove le liberava dando vita a una battuta di caccia umana che finiva immancabilmente con la morte della ragazza.
L'aspetto emotivo di Mindhunter sta soprattutto nella normalità, che percorre la serie, di un lavoro eccezionale. Una real-fiction, se si passa il termine, dove l'evento è conseguenza, non effetto.
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