Il Far East Film Festival continua a misurarsi con pesantissimi tagli ai finanziamenti pubblici: rispetto al 2018, l’organizzazione ha dovuto costruire il festival con oltre 150 mila euro in meno. E, va da sé, non è pensabile mantenere – proteggere – gli standard acquisiti nell’arco di vent’anni qualora l’emorragia di risorse, risorse appunto vitali, dovesse proseguire. Ora il FEFF resiste, per non dire “fa miracoli”, anche grazie all’indispensabile contributo dei volontari, ma una struttura così complessa, così ramificata, necessita di un altro passo istituzionale per guardare avanti. E avanti, ovviamente, significa la prossima edizione che si svolgerà dal 24 aprile al 2 maggio 2020.
Ecco i risultati ottenuti con l'edizione di quest'anno:
Al Teatro Nuovo “Giovanni da Udine” e al Cinema Centrale sono approdati 60 mila spettatori, 200 guest star dall’Asia (tra cui, ricordiamo, tre super divi come Jeon Do-Yeon, Yao Chen, Anthony Wong) e 200 professionisti dell’industria cinematografica orientale ed europea (i sale agent, i buyer, i key-player del workshop internazionale Ties That Bind e del project market Focus Asia).
1600, invece, gli accreditati (giornalisti, docenti, studenti, ambasciatori di altri festival), provenienti da oltre 20 paesi: Italia, Olanda, Slovenia, Regno Unito, Germania, Svezia, Stati Uniti, Francia, Belgio, Svizzera, Cina, Canada, Spagna, Hong Kong, Giappone, Croazia, Ungheria, Polonia, Austria, Norvegia, Corea del Sud, Repubblica Ceca, Brasile, Svezia e Serbia.
Decisamente positivo anche l’impatto del FEFF 21 sulla città, nonostante un meteo tutt’altro che amichevole: il fittissimo programma dei FEFF Events, oltre 100 appuntamenti tra cui l’ormai tradizionale Cosplay Contest, ha fatto registrare oltre 20 mila presenze. Non bisogna, poi, dimenticare l’attivissima social community del festival, che anche quest’anno ha coinvolto migliaia di fan (30 mila solo su Facebook).
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