16 aprile 2014. Corea del Sud. Il traghetto Sewol, che dal porto di Incheon deve raggiungere l’Isola di Jeju, s’inclina fatalmente su un lato e s’inabissa, uccidendo più di 300 passeggeri. Sono quasi tutti adolescenti in gita scolastica. Una tragedia davvero immane. La tragedia di una nazione, la tragedia di centinaia di famiglie. Ed è proprio sull’anatomia del dolore, sulla manutenzione pubblica e privata del lutto, che si concentra la potenza narrativa di Birthday: il film che l’intera Corea sta aspettando, il film scelto dal Far East Film Festival per aprire ufficialmente, venerdì 26 aprile, la sua ventunesima edizione.
Prodotto da Lee Chang-dong, che ci ha regalato grandi capolavori come Poetry e Burning, e diretto dalla giovane Lee Jong-un, che di Poetry è stata l’aiuto-regista, Birthday uscirà nelle sale coreane il prossimo 3 aprile per poi raggiungere direttamente Udine (International Festival Premiere). Se il FEFF 2014 era stato dedicato alla memoria delle vittime, dunque, a cinque anni esatti dal naufragio del Sewol il FEFF 2019 renderà ancora omaggio alla Corea e a quella ferita (umana, politica, sociale) così difficile da cicatrizzare.
Lee Jong-un, raccontando le dinamiche di una famiglia che sul Sewol ha perso il figlio maggiore, costruisce la narrazione con estrema asciuttezza: la sofferenza parla il linguaggio della piccola quotidianità borghese, della normalità senza normalità, e non lascia spazio a facili ricatti cinematografici. Non c’è posto per la retorica, non c’è posto per il sentimentalismo. Birthday, che trova nella splendida Jeon Do-yeon la protagonista perfetta, è solo (fortemente) questo: due genitori che non sono più capaci di parlarsi, una figlia da amare, nonostante tutto, e un’assenza da elaborare. La stessa assenza con cui, parallelamente, deve confrontarsi un intero paese.
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