La Casa di Carta in italiano, non ha avuto tantissimo successo in patria, ma grazie all’acquisto di Netflix e al favore del pubblico ha avuto un successo inaspettato quanto meritato. È diventata la serie TV non inglese più vista su Netflix.
Proprio questo ha portato al rinnovo per un’ulteriore stagione e forse anche per una quarta. Originariamente la serie spagnola era di 15 puntate, ma dopo l'acquisto di Netflix è stata divisa in due stagioni da 22 puntate totali. La prima stagione, composta da 13 puntate e la seconda stagione, composta da 9 puntate.
Lo spunto iniziale non è dei più originali, anzi. Molti temi sono mutuati da altri film, in primis Inside Man di Spike Lee con Clive Owen e Denzel Washington e Gioco a due di John McTiernan con Pierce Brosnan e Rene Russo, Point Break di Kathryn Bigelow con Patrick Swayze e Keanu Reeves e perché no anche Agente 007 – missione Goldfinger.
Niente di nuovo sotto il sole, ma una indubbia sagacia degli sceneggiatori che hanno saputo con gli stessi ingredienti cucinare un piatto non nuovo, ma prelibato. Ormai non si inventa più niente e perciò quello che conta e sapere dosare gli elementi che vanno a comporre una trama in modo da conferire al racconto suspense e colpi di scena.
Otto persone vengono reclutate per una rapina alla Fábrica Nacional de Moneda y Timbre, la zecca di stato di Madrid. L'obbiettivo è di stampare 2.400 milioni di euro per poi sparire con il malloppo. La selezione di tali individui, tutti con precedenti penali di vario genere, è stata svolta non solo in base alle competenze specifiche di ciascuno, ma tenendo conto soprattutto della condizione sociale: si tratta infatti di persone che per varie ragioni non hanno nulla da perdere. L’ideatore di questa impresa è un uomo conosciuto come "Il Professore".
A ciascun componente della banda viene dato il nome di una città:Tokyo, Mosca, Berlino, Nairobi, Rio, Denver, Helsinki e Oslo. ( E qui sovviene un altro film, “Le Iene” di Tarantino, con i nomi dei colori).
I rapinatori indossano tute da lavoro rosse e maschere di Dalì come pure gli ostaggi in modo da non poter essere individuati dalla polizia. I personaggi sono stereotipati come devono essere in questo genere di telefilm, ma allo stesso tempo verosimili nei loro pregi e nei loro difetti.
Gli attori sono tutti molto bravi, ma una menzione speciale va a Pedro Alonso che interpreta magistralmente il rapinatore Berlino in un ruolo da assoluto protagonista – è anche ballerino e pittore – e all'affascinante Ursula Corbero che con la sua bellezza e capacità attoriale svetta tra tutte le figure femminili del cast. Siamo sicuri che li rivedremo in molte prossime produzioni internazionali.
Le riprese della terza stagione sono iniziate e questo è stato confermato anche da Jesús Colmenar, produttore esecutivo della serie, che ha lasciato trapelare che sarà un continuo di una storia che non si è interrotta, dunque si ripartirà da dove avevamo lasciato i protagonisti.
Alla notizia del rinnovo della Serie i fan si sono divisi tra chi era molto felice di poter rivedere all’opera il Professore e compagni, e chi invece non voleva un seguito perché il finale è già ben definito così e prolungarlo potrebbe finire per nuocere alla storia.
Álex Pina, l'ideatore della serie, ha affermato che saranno presenti tutti i personaggi delle puntate precedenti, con l'unica incognita su Berlino, interpretato da Pedro Alonso.
Una cosa è certa. Dopo aver visto l'assurgere di grandi registi spagnoli come Jaume Balaguero, Alejandro Amenabar, con la Casa del papel abbiamo la prova provata che gli spagnoli sono in grado di realizzare produzioni a livello di Hollywood se non in alcun casi migliori.
Ed è altrettanto tristemente evidente che in Italia a causa di mancanza di idee e veri talenti non sarà possibile fare altrettanto. Siamo fermi agli anni '70 di Sergio Leone e Federico Fellini e non si vedono segni di cambiamento all'orizzonte. D'altronde se serie TV come Roma, The Vatican, I Borgia sono stati gli stranieri a farle, un motivo ci sarà.
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