Nuova antologia per Gian Filippo Pizzo, firma eccellente della fantascienza italiana, stavolta firmata da La Ponga Editore.
La trama
Se un robot commette un reato potrà esserne incolpato alla stessa stregua di un essere umano oppure il fatto deve essere considerato un incidente dovuto a una macchina? E se un crimine lo commette un cyborg, un clone, un androide, un replicante?
Chi deciderà in futuro se un imputato è colpevole: un giudice, una Intelligenza Artificiale, i telespettatori attraverso il telecomando, i naviganti di internet?
Cosa succederebbe se una civiltà extraterrestre ci chiedesse di pagare la bolletta per l’uso dell’energia solare? Oppure se una corporazione di alieni volesse brevettare a livello intergalattico la pizza?
Trasformati in fantavvocati (ma alcuni sono avvocati per davvero) gli scrittori presenti in questa antologia tentano di rispondere e questo e ad altri quesiti legali, in una rassegna che a volte diverte ma spesso fa riflettere.
L'incipit dell'Introduzione
Quando ho lanciato agli autori l’idea di questa antologia mi ero preparato anche una serie di suggerimenti su quale avrebbe potuto essere l’idea centrale del racconto. Temevo infatti che l’argomento potesse risultare ostico a molti, come mi era successo per l’antologia di “fantaeconomia” Il prezzo del futuro, apparso in questa stessa collana nel 2015, quando molti (soprattutto scrittrici) mi avevano risposto di non avere competenze in quel campo (però l’antologia è venuta bene lo stesso, grazie a chi ha partecipato). Figurarsi, ho pensato, affrontare da un punto di vista più tecnico e ciò nonostante rigorosamente fantascientifico un argomento quale la legge, nelle sua varie sfumature di legislazione, giurisprudenza, fase processuale o altro.
Perciò mi ero segnato alcune idee che potessero costituire la base della narrazione. Una era l’uccisione di un alieno – o anche la “disattivazione” di un robot o comunque la distruzione di un androide o di un replicante – con conseguente processo imperniato sul concetto di umanità e di conseguenza sul significato di quello di omicidio. Idea certo non originalissima, ma che inserita in questo contesto particolare avrebbe potuto condurre a buoni risultati: d’altra parte tutto dipende da come i soggetti vengono svolti.
Un’altra era, e qui speravo nei medici/scrittori che avevano manifestato interesse, la cura di un malato con terapie proibite che però aveva avuto successo: è più importante la normativa o la deontologia professionale e la salvezza di un paziente? In effetti mi pare che ultimamente questo argomento sia già presente nella vita reale, ma penso che proiettato in una ambientazione futura avrebbe potuto funzionare lo stesso.
Una terza idea era la presenza in sede processuale di un “attore” informatico, robot o intelligenza artificiale, in veste di avvocato, accusatore o giudice: questa, senza che l’abbia comunicata ad alcuno, è in effetti presente in più di un racconto, anche se a volte solo in secondo piano. Segno che si tratta un’idea ormai matura e, per così dire, presente nell’aria, nella coscienza di tutti.
Info
Futura Lex (2018) a cura di Gian Filippo Pizzo (La Ponga Edizioni), 237 pagine, € 18,99 – ISBN 9788897823711
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