L’arte del racconto è una delle più difficili da gestire e Fabio Novel dimostra anche in questa occasione di saperlo fare alla perfezione. Va detto che l’idea che sorregge la collana Delos Passport offre già, di per sé, una quantità di spunti creativi infiniti. Ambientare le storie in contesti anche extra europei, poco conosciuti, ha due vantaggi. Da una parte permette di sfruttare il fascino dei temi legati al viaggio e all’esotico. Dall’altro da modo di mostrare al lettore contesti politico-sociali spesso poco conosciuti all’opinione pubblica, dall’Africa all’Asia. Detto questo non è assolutamente scontato creare un racconto bello e ben strutturato. In questo caso siamo nel Mali, un territorio tra i più difficili. L’autore chiarisce subito la prima regola di un buon racconto. Il contesto deve essere realistico, ma non un realismo fatto di accumulo di inutili descrizioni. Qui non viene spiegato quasi nulla di guerre, politica, delle fazioni che si scontrano. Tutto viene dedotto dagli spunti narrativi. E il realismo che ne esce fuori è eccezionale, sofisticato. Anche il sommario viene quasi eliminato a favore dei dialoghi che portano avanti la storia in maniera filmica. Ma questa scorrevolezza non deve far credere ad una mancanza di profondità. In una manciata di pagine, e senza inutili descrizioni psicologiche, vengono delineati un manipolo di personaggi che chiunque altro avrebbe usato per un intero romanzo. Ed è proprio quest’asciuttezza a rendere il tutto solido. Una coppia innamorata, un protagonista e i suoi ideali di una rivoluzione giusta opposta al terrorismo insensato e a un regime brutale, i limiti culturali delle famiglie del mondo arabo, legate a tabù ancestrali.
A sentire gli argomenti si potrebbe pensare al tipico andamento maistream, molto impegnato. Ma Novel riesce a tenere un passo sui confini dei generi, inserendo una suspense ed un colpo di scena finale che ci fanno capire di avere a che fare anche con una grande atmosfera thriller. Il tono è spietato. Un pessimismo critico sulla natura umana irredimibile affonda tutto e tutti. L’amore e gli ideali hanno avuto un loro spazio, equilibrando e rendendo reale e non banale la storia, ma il finale è di una crudezza senza nessuna pietà. Come la vita vera. O la grande letteratura.
Mi taccio.
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