La Newton Compton porta in libreria un nuovo romanzo a sfondo storico firmato da Geraint Jones: Il tradimento del centurione (Blood Forest, 2017).

La trama

9 d.C. Quindicimila legionari romani si sono inoltrati nelle profondità della foresta in formazione da battaglia. Ad attenderli, silenziosi e letali, i guerrieri delle tribù germaniche appostati nell’oscurità. I soldati marciano, ma la loro avanzata si interrompe bruscamente quando, in una radura, trovano dodici corpi massacrati e impiccati. Sono legionari romani. Si tratta di un avvertimento? Tra i cadaveri c’è solo un sopravvissuto, completamente ricoperto di sangue. Il trauma l’ha scosso al punto da fargli perdere la memoria e adesso non ricorda neppure il proprio nome: sa solo di essere un soldato. A mano a mano che le legioni avanzano, una minaccia oscura si abbatte sui romani, falciando i manipoli di uomini fino a che solo un piccolo gruppo di sopravvissuti dovrà cooperare per avere salva la vita. E saranno costretti a fidarsi l’uno dell’altro perché la loro unica speranza è combattere insieme. Ma chi è davvero il soldato senza passato? E da che parte sta?

L'incipit

L'esercito era decimato. Un impero era in ginocchio.

Al centro di tutto, il soldato, come sempre: non conosceva la portata della tragedia in cui era immerso, ma aveva già visto cadere tanti compagni da arrivare all'inevitabile conclusione.

«Siamo fottuti», sorrise all'uomo che gli stava accanto.

Un sorriso incolore. L'impero non significava niente per lui. Progresso? Romanizzazione? Parole vuote per politici ingordi. Il suo mondo era il plotone, i compagni che gli guardavano le spalle. La visuale di pochi metri che aveva oltre il bordo dello scudo.

«Arrivano!», fu l'improvviso allarme di un centurione davanti alla marea di uomini che traboccò da dietro gli alberi.

Erano una spanna più alti dei romani, ma la carica partita dall'alto di un pendio li faceva sembrare dei giganti. Si capiva che erano truppe fresche, perché ancora non erano macchiati di sangue e avevano gli occhi scintillanti di vita: non sapevano quant'era facile morire sul campo.

«State pronti!». Al grido del centurione, il soldato sovrappose lo scudo a quello del vicino caricando in avanti il peso sulla gamba. Era stremato, ma gli arti rispondevano ancora. Sentì scivolare i sandali sul fango e li affondò di più nel terreno, ogni centimetro di spinta era un fatto di vita o di morte.

Guardò un attimo il vicino. Tre giorni prima, quel compagno era ancora un giovane guerriero. Adesso la barba incolta che aveva sulla gola scoperta gli era diventata bianca.

Tornò a guardare in avanti: i germani erano a pochi passi e urlavano anatemi con le facce contratte dall'odio e dal sentore di vittoria.

Arrivò l'impatto. Gli scudi cozzarono uno sull'altro, si incrinarono e si scheggiarono. Il metallo affondava nella carne, trovava l'ostacolo dell'osso, il varco tra le costole e risucchiava a ogni estrazione di lama. Si digrignavano i denti e si sputava, gli occhi erano spenti dalla rassegnazione o infiammati dallo sprezzo.

Era la battaglia.

L'autore

Geraint Jones è un veterano di guerra americano. Ha partecipato alle missioni in Iraq e Afghanistan, che gli sono valse riconoscimenti e onorificenze. Dopo il congedo ha lavorato in operazioni contro la pirateria in Somalia e in Nigeria. Il tradimento del centurione è il suo primo romanzo.

Info

Il tradimento del centurione di Geraint Jones (Newton Compton – Nuova Narrativa Newton n. 863), 336 pagine, euro 9,90 (in eBook, euro 5,99) – ISBN 9788822715784 – Traduzione di Marco Bisanti