Puntuale come ogni luglio, ecco anche per l'estate 2018 il nuovo Grande Diabolik.
Ventuno anni per questa collana che, due volte l'anno, ci racconta le avventure "un po' più in grande" del Re del Terrore.
Il sangue del nemico è il titolo dell'albo in questione, vediamo cosa ci riserva.
È una storia tutta poliziesca. Una grande indagine che porta Ginko e… Diabolik a indagare, non parallelamente ma assieme, sulla fuga di un criminale che ha ucciso un poliziotto di Clerville.
In un paese estero corrotto, il legame tra l'ispettore e il suo eterno avversario si farà davvero molto stretto.
Come sempre, i lettori più smaliziati possono intuire che qualcosa non quadri già dall'incipit, che non può mai essere una scena messa "a caso".
E proprio nell'incipit vi sono quelle vignette che non amo del Grande Diabolik, ossia dettagli aggiunti che paiono "allungare il brodo" alla sequenza (vi posto una tavola di esempio: nel mensile regolare sarebbero bastate solo il primo e il quarto disegno – con parole e suoni del terzo – per descrivere la fuga del ladro).
Però c'è da dire che dopo questo inizio la storia diventa davvero carica e ricca di ribaltamenti, spesso imprevisti. Diabolik e Eva dovranno giocare più volte d'astuzia per restare in gioco e mettere a segno il colpo che si sono prefissati di compiere.
Gli habitué di Diabolik sgameranno molto prima della fine dell'albo tutto l'intreccio alla base del giallo nonché i veri ruoli di certi personaggi; un giallo articolato fatto di false piste e gente ambigua, scritto da Palmas, Gomboli e Pasini con sceneggiatura di Tito Faraci.
I disegni di Barison sono ormai classici e tipici dell'appuntamento estivo; la copertina di Buffagni sembra meno curata rispetto all'arte a cui ci ha abituati.
Apre un articolo sui trucchi della Jaguar, e chiude un altro articolo sul… sangue nelle storie di Diabolik.
In definitiva: un episodio ben costruito che sicuramente appagherà il lettore; memorabile per un singolo avvenimento che avviene dopo la metà dell'albo, ma ci sono stati Grandi Diabolik migliori.
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