La Piemme porta in libreria un nuovo grande romanzo a sfondo storico firmato da Conn Iggulden: Il sangue degli Dei.

La trama

44 avanti Cristo. L'anno dopo il quale nulla sarà più come prima. L'anno in cui, il quindici marzo, Giulio Cesare viene ucciso nel modo più vergognoso, proprio da quelli di cui si fidava di più. Quelli che adesso si considerano i "Liberatores" della patria. Ma, mentre gli assassini cercano rifugio nel senato, c'è un uomo per cui la vendetta è già iniziata: il figlio adottivo di Cesare, Ottaviano, che segnerà un'epoca nuova, e passerà alla storia come Cesare Augusto. Sarà lui, alleandosi con Marco Antonio, il suo grande rivale, a cercare la punizione per i traditori, e vendicare la morte di suo padre. Il suo odio si concentra su Bruto, l'amico d'infanzia di Cesare e fino a poco prima principale alleato, adesso leader dei cospiratori. E mentre il popolo riempie le piazze di Roma, i Liberatores devono affrontare il loro destino. Alcuni sceglieranno la via della fuga, altri non riusciranno a scappare; a nessuno di loro il fato riserverà una morte naturale. E, per Bruto, la resa dei conti arriverà con la sanguinosa e terribile battaglia di Filippi. Come in un film, Conn Iggulden usa il suo straordinario talento per raccontare con un ritmo irresistibile la grande, epica storia della morte di Cesare e di ciò che la seguì, dimostrandoci ancora una volta che la Storia è il più avvincente dei romanzi, e facendoci letteralmente rivivere l'odio, la vendetta, la ferocia, le passioni e il coraggio che animavano quei giorni.

L'incipit

Non tutti erano sporchi di sangue. Il cadavere giaceva sul freddo marmo, rivoli rossi si disegnavano e gocciolavano sui gradini di pietra. Chi si allontanava si girava almeno una volta, quasi incapace di credere che il tiranno non si sarebbe più rialzato. Cesare aveva lottato, ma i suoi assalitori erano stati troppi e troppo decisi.

Il volto non era visibile. Nei suoi ultimi momenti il signore di Roma aveva afferrato i lembi della toga e se li era tirati sul capo, coprendosi. Era stato agguantato, pugnalato e sul tessuto candido si erano aperte delle bocche dalle quali erano fuoriuscite le viscere squarciate mentre Cesare si afflosciava e cadeva di lato. Il fetore si era diffuso nel teatro. Nessuna dignità per quella cosa a brandelli che era opera loro.

Più di venti uomini apparivano imbrattati da quella violenza, alcuni ancora ansanti, affannati. Intorno al gruppo, due volte più numerosi, si ammassavano coloro che non avevano estratto il pugnale ma erano rimasti a guardare senza fare un gesto per salvare Cesare. Quanti avevano preso parte attua all'azione apparivano ancora storditi per ratto cruento e per la sensazione di sangue caldo sulla pelle. Molti di loro avevano prestato servizio nell'esercito e avevano già visto la morte, ma in terre straniere e in città lontane, non a Roma, non qui.

Marco Bruto toccò con la lama il palmo di entrambe le mani, lasciandovi una chiazza rossa, e Decirnus Junius vedendo quel gesto. dopo essere rimasto un momento immobile e come affascinato, decise di ripeterlo, sporcandola sua pelle col sangue ancora caldo. Quasi con reverenza, gli altri lo imitarono. Bruto aveva detto loro che non si sarebbero allontanati da li in preda ai rimorsi, aveva detto che stavano liberando Roma da un tiranno Avviandosi dietro di lui, fecero i primi passi verso una larga lama di luce che conduceva all'esterno.

L'autore

Conn Iggulden è il più grande autore inglese di romanzi storici, nato a Londra nel 1971. Ha esordito con la fortunatissima serie dedicata alle imprese di Giulio Cesare, seguita dall'altrettanto amata saga di Gengis Khan, entrambe pubblicate in Italia da Piemme. Ha avuto un enorme successo con l'ultima serie, dedicata alla Guerra delle due Rose.

Info

Imperator. Il sangue degli Dei di Conn Iggulden (Piemme), 456 pagine, euro 20,00 (in eBook, euro 10,99) – ISBN 978-88-566-4032-8 – Traduzione di Paola Merla