Dopo aver presentato degli spunti di una storia narrativa spy in Italia, non poteva lasciarmi indifferente l'uscita di un corposo saggio dal titolo irresistibile: Guida al cinema di spionaggio, edito da Odoya nella stessa collana in cui umilmente ho parlato di wuxipian, ma soprattutto scritto da Stefano Di Marino, un vero "Professionista" dello spy in Italia!
Ecco la pagina ufficiale Odoya del saggio disponibile anche su Amazon.
Da più di vent'anni il milanese Di Marino scrive a spron battuto romanzi e racconti spy action – anche con lo pseudonimo Stephen Gunn – e chi lo conosce sa che da sempre è un fortissimo appassionato di cinema di genere di ogni età, quindi sarà perdonato il mio giudizio personale nel definirlo fra le persone migliori a trattare l'argomento.
In queste 500 pagine Di Marino dà un'ampia panoramica di un genere cinematografico che ogni volta che è stato dato per estinto è tornato in auge, più forte che mai.
Più sotto riporto un'intervista esclusiva con Di Marino per parlare del suo nuovo saggio e del suo lavoro, ma prima ricordo che ogni tre mesi esce in edicola un volume antologico dal titolo "Il Professionista Story", un'opera che sta riproponendo in ordine tutti i romanzi firmati Stephen Gunn usciti nella collana "Segretissimo" (Mondadori), con in più inediti e tante sorprese.
Ringrazio l'autore per la disponibilità e partiamo per il viaggio nell'universo spy.
La trama ufficiale
Il cinema di spionaggio è entrato nell’immaginario collettivo con la figura di James Bond, ma ha una storia molto più antica e complessa. Questo libro ne ripercorre le vicende con piglio agile e narrativo attraverso un itinerario seguito cronologicamente, con capitoli specifici dedicati a personaggi e fenomeni di rilievo, senza dimenticare il cinema asiatico e la commedia.
Dalla carriera folgorante di 007 e l’opera del suo autore Ian Fleming allo spionaggio più intellettuale e letterario di John le Carré, senza dimenticare i film interpretati da icone del genere come Michael Caine e le serie di successo, da Mission: Impossible a Jason Bourne, sino alle recenti pellicole di American Assassin (2017) o Red Sparrow (2018) e allo sviluppo del genere in film come Blackhat di Michael Mann (2015), che individua nel cyberterrorismo l’ultima frontiera del filone. Ma l’universo dello spy movie offre anche molte altre varianti con pellicole di qualità dirette da grandi registi che, almeno una volta, si sono cimentati nel filone.
Da Mata Hari alle spie dell’OSS durante il secondo conflitto mondiale, dalla Guerra Fredda alla caccia a Osama Bin Laden, il cinema di spionaggio ha seguito la cronaca, mescolando i temi del Noir, del racconto d’avventura esotica; un genere cinematografico che rappresenta il nostro sguardo verso un mondo oscuro e affascinante che accompagna l’attualità e la Storia.
Un testo indispensabile per ogni appassionato ma anche una guida esaustiva per chi ricorda solo le figure più note del genere e desidera approfondirne la conoscenza.
L'incipit dell'introduzione:
Scrivo spy story da quando ero adolescente. La passione nacque in maniera che potrei definire casuale o fortuita ma, ora che ci penso, forse era destino così. Sin da ragazzino sono stato un avidissimo lettore di fumetti e romanzi d’avventura. A dodici anni avevo già terminato tutti i romanzi di Emilio Salgari disponibili (in un tempo in cui venivano spesso ristampati). In particolare ero affascinato dai cicli dei Pirati della Malesia e da quelli orientali. Da lì nasce la mia passione per l’Asia, coltivata con innumerevoli viaggi, libri saggistici e romanzi, per le arti marziali e la fotografia di luoghi lontani. Cercavo qualcosa che potesse sostituire il mio desiderio di esotismo… e di erotismo. Dopotutto l’adolescenza era alle porte e certe esigenze cercavano sfoghi, ancor prima fantastici che reali.
Così mi capitò per caso di scovare (abbastanza ben nascosto ma non inviolabile) un cassettone in casa dei miei genitori che raccoglieva la collezione di "Segretissimo", rivista popolare dedicata a tanti eroi costruiti sul modello di James Bond, che all’epoca furoreggiava nelle sale cinematografiche, e illustrate dal padre di un mio amico, Carlo Jacono, che ha dato corpo all’icona del romanzo di spionaggio: la donnina seminuda con la pistola accompagnata da uno sfondo esotico e qualche scena di azione. Tutto un mondo nuovo che si apriva davanti a me.
Dopo qualche insistenza e il vaglio della “censura familiare”, ebbi accesso a quella straordinaria biblioteca che diventò il punto di partenza per scoprire il mondo della spy story in tutte le sue sfumature. Sempre “casualmente”, in quel periodo, assistetti a una riedizione estiva di 007: Si vive solo due volte con Sean Connery. C’era l’Oriente, un protagonista carismatico, le arti marziali, scenari e coreografie mozzafiato e, devo ammetterlo, una magnifica sequenza in cui il protagonista metteva a nudo (lasciando intendere un più ardito proseguimento…) la magnifica schiena di Karin Dor, sussurrando «Cosa non farei per l’Inghilterra». Di colpo tutte le mie fantasie e pulsioni creative di quegli anni trovarono una direzione.
Pur coltivando un interesse generale per la narrativa popolare, la spy story divenne la mia “Via”. E così, dai primi racconti scritti su quadernetti a righe, a quelli battuti sulla prima Olivetti Lettera 22 sino al computer, sono arrivato qui a quasi ventitré anni di romanzi di spionaggio pubblicati su "Segretissimo" solo nella serie de II Professionista e tantissime altre storie del genere. Sempre con un occhio alla narrativa scritta ma soprattutto al cinema. Un medium che ha esaltato e ridefinito le regole di questo filone e ancora oggi, con cambiamenti e mutamenti di rotta, ci regala ogni anno alcune magnifiche storie d’avventura, d’intrigo ed emozione.
Intervista esclusiva a Stefano Di Marino
Conoscendo la tua passione per il genere, 500 pagine mi sembrano poche! Cos'hai provato a condensare in un saggio conoscenze che ti porti dietro da una vita?
Missione difficile! Scherzi a parte, 512 pagine sono un bel malloppo. Ho messo davvero tutto quello che ho amato nel genere e anche di più. Mi sarebbe piaciuto scrivere una parte sulle serie TV e i fumetti dedicati allo spionaggio, ma sarebbe diventato un libro di 1.000 pagine e sarebbe stato davvero troppo. Io credo che ci sia veramente un pezzo della mia vita, della mia passione. Tengo a precisare che i film citati li ho tutti e li ho anche rivisti tutti. Sono veramente orgoglioso anche di aver potuto dedicare lo spazio che meritavano agli scrittori che hanno ispirato il genere.
Ogni volta che la narrativa di genere viene data per spacciata, torna in vita più forte di prima. Ti è mai successo di sentirti dire che scrivi di argomenti "passati di moda"?
Continuamente. La mia è una lotta costante contro queste idee che circolano nel mondo dell’editoria per favorire questa o quella corrente che vanno di moda anche a scapito del mercato. Io credo fermamente che l’editoria si faccia con i buoni libri, con quelli originali e quelli che sanno percorrere in modo intelligente strade classiche. Non credo nella pedissequa riproposta dei cloni del successo del momento. E finiamola di dire che gli uomini non leggono. Chiedetevi un po’ chi sono i lettori che collezionano tutti i libri del loro autore preferito, spendendoci anche molti soldi? La narrativa di genere non è né maschile né femminile, è un intrattenimento per tutti che non segue le mode. Per cui a volte si ripropongono filoni ritenuti morti e che invece non lo sono e a volte si tentano strade nuove. Con la consapevolezza che anche un pulp è un’opera che richiede creatività.
Hai scritto di ogni genere e non ti sei mai tirato indietro davanti ad una sfida: accetteresti quella di scrivere per il cinema di spionaggio? E che tipo di film scriveresti?
Scrivere per il cinema era il mio sogno. Il cinema italiano è morto. Dieci anni fa scrissi un soggetto per Dino De Laurentiis… Non gli andava mai bene nulla, e forse non sapeva bene cosa voleva. Alla fine, dopo 36 revisioni, mi prese un soggetto che pagò regolarmente (Dino era un signore) ma che non contrattualizzò né fu realizzato. Fine della discussione. Se potessi mi piacerebbe scrivere un film del Professionista. Ma un fuori serie, slegato dai romanzi, perché cinema e libri sono cose un po’ diverse. Una storia di spionaggio attuale, ritmata, lontana dai modelli classici. Mi piacerebbe avere Jeffrey Dean Morgan. Una storia di spionaggio tra Europa e Iran, magari…
A fine saggio fornisci i titoli di 10 film e 10 romanzi da leggere assolutamente: quanto ti è costato stringere la rosa dei candidati a così pochi titoli? C'è qualche film o romanzo rimasto fuori dalla lista che ti va di citare qui?
È stata davvero la prova più difficile. È una scelta per neofiti, giusto per introdursi all’argomento. Chi ama il genere e magari ha la pretesa di scriverlo dovrebbe vedere TUTTO!
Il tuo personaggio storico, Chance Renard, è l'unico eroe d'azione "lettore", e nel corso dei suoi 23 anni di vita ci ha spesso citato i libri che stava leggendo. Cosa ne penserebbe il Professionista di questo saggio sul cinema spy? Se lo porterebbe in missione o è troppo pesante?
Io credo che se lo leggerebbe a casa (a Gangland o a Parigi) per una serata di relax…le storie, però, le ha tutte nel cuore…
Il presidente Trump sta regalando al mondo narrativo tantissimi spunti per storie che credevamo relegate al periodo della Guerra Fredda, se non addirittura al puro complottismo. Per caso nel tuo cassetto c'è pronto qualche soggetto nato grazie alla politica estera di questo presidente americano?
Direttamente con Trump no, ma nei prossimi romanzi (già scritti e consegnati) si parla della Brexit, della Corea del Nord e in un lavoro che sto ultimando adesso c’è una bella escursione a Bengasi che resta una zona caldissima. Certo ritorna la Guerra Fredda e poi ci sono i legami con il narcotraffico…
Nel saggio non ho trovato i fumetti, e in fondo i grandi titoli spy a vignette non hanno mai trovato una efficace distribuzione nel nostro Paese. Pensi che questo medium in Italia non sia forte a sufficienza nel campo spy? Avresti qualche titolo ghiotto da consigliarci?
Come dicevo non ho potuto per ragione di spazio parlare anche di fumetti spy. Ma ce ne sono moltissimi, soprattutto all’estero. Le serie XIII, Alpha, Largo Winch (che ha avuto due film e una bella serie di romanzi pubblicati da "Segretissimo" nei tempi eroici) sono solo esempi. A tutti consiglio la serie di avventure su 007 pubblicate dalla Panini, sono ottime.
Per finire, tanti vorrebbero di diventare scrittori per professione, di potersi cioè mantenere con la scrittura e non relegarla al "tempo libero". Che consiglio daresti a quanti sognano di intraprendere questa professione?
Armatevi di pazienza, determinazione e passione. Purtroppo il momento editoriale è durissimo e la crisi ha portato gli squali nelle nostre acque… ma se, come me, avete davvero una passione per la scrittura e non solo per vedere il vostro nome in copertina, ce la farete.
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