La collana “I Classici del Giallo Mondadori” di aprile (n. 1407) presenta I ragni di ferro (The Iron Spiders, 1936), di Baynard H. Kendrick.
La prima apparizione italiana del romanzo risale al 1940, come numero 234 de "I Libri Gialli" Mondadori, con lo stesso titolo.
La trama
Sorvegliare una centrale elettrica in Florida alle dipendenze di un vecchio banchiere invalido. Per chi è in cerca di un lavoro come Donald Buchanan, ingegnere squattrinato, c’è poco da storcere il naso. Anche un impiego non proprio entusiasmante può evitargli di passare l’inverno senza un soldo in un parco pubblico di New York. Ed è così che, rifocillato e rivestito da capo a piedi, si ritrova nella residenza di Broken Heart Key con la famiglia Tuckerton al completo. A detta di tutti, un covo di vipere dal quale farebbe bene ad allontanarsi quanto prima. Ma i fili del destino si sono ormai avvolti intorno a lui. Se potesse guardare nel futuro, certamente li spezzerebbe per sottrarsi a ciò che lo aspetta. Non disponendo di facoltà divinatorie, dovrà essere suo malgrado testimone di orribili eventi, come la morte di una ragazza dilaniata dai barracuda tra le onde marine. Giorni molto oscuri si profilano all’orizzonte, annunciati da un macabro amuleto a forma di ragno.
L’incipit
Sangue genera sangue, il delitto è figlio del delitto. I germi del flagello, una volta seminati, possono crescere e prosperare anche per un secolo e l’uomo può trovarsi inerme contro di essi fino alla loro totale estinzione.
Il 28 dicembre dell’anno 1835, due stanche compagnie di fanteria degli Stati Uniti, comandate dal maggiore L. Dade, compivano una marcia forzata. Fort King era assediato dallo scaltro capo degli indiani Seminole, Osceola, e le truppe di Fort Brooke, sulla Baia di Tampa, accorrevano per liberarlo.
Vicino al fiume Withlacoochee entrarono nella palude Wahoo. La luce del giorno era oscurata dall’ombra di alberi giganteschi. Grovigli di liane ostacolavano la marcia dei soldati e i loro piedi affondavano a ogni passo nella sabbia nera, come se questa volesse tenerli prigionieri.
A un tratto il comandante alzò una mano. Il profondo silenzio della palude era stato interrotto dal rumore di un ramoscello spezzato, preavviso dell’imboscata temuta.
Il segnale fu dato troppo tardi. La palude Wahoo rigurgitava di indiani Seminole. Senza pietà, presi dall’odio per gli invasori del paese che era stato il loro, uccisero i soldati che volevano cacciarli dalla Florida per relegarli nei freddi intensi dell’Arkansas.
Così venne scritta un’altra sanguinosa pagina di storia.
I Seminole portarono con sé, dal luogo della carneficina, un solo prigioniero, l’unico che avessero risparmiato.
La preda era una bimbetta bianca, di appena sei settimane. Uno dei soldati che furono poi massacrati l’aveva trovata abbandonata, in una capanna di pionieri, lungo la strada percorsa.
L'autore
Baynard H. Kendrick (1894-1977), statunitense, ha combattuto nella Prima guerra mondiale. Dopo una carriera come manager si dedica alla scrittura di romanzi gialli, raggiungendo il culmine della sua produzione con la serie che ha per protagonista il detective cieco Duncan Maclain. Si firma anche con lo pseudonimo di Richard Hayward. È stato il primo presidente dell’associazione Mystery Writers of America, che lo ha premiato con il Grand Master nel 1967.
Extra
All’interno, il racconto Sogni e incubi di Maurizio Mos, vincitore del premio GialloLatino 2017.
Info
I ragni di ferro di Baynard H. Kendrick (I Classici del Giallo Mondadori n. 1407), 210 pagine, euro 5,90 – Traduzione di T. Daddi
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