Le raccolte di racconti non hanno vita facile nel panorama letterario italiano, quasi fossero figli di un dio minore della letteratura, ma in molti paesi hanno il giusto riconoscimento e la forma narrativa del racconto vive di vita propria e rivendica la propria dignità.
Da una terra lontana, ai confini del mondo, giungono nel nostro paese i racconti di Le cose che abbiamo perso nel fuoco, una raccolta dell’autrice argentina Mariana Enriquez, pubblicati in Italia di Marsilio editore. Si tratta di un’antologia di dodici brevi opere che sorprendono per intensità e potenza.
Dodici storie surreali e ciniche, cattive e oscure. In cui la tensione narrativa cresce di pagina in pagina, di storia in storia, quasi che ognuna di esse andasse a formare il tassello di un mosaico inquietante. Un baratro in cui si perdono le coscienze, in cui reale e sovrannaturale si mescolano sino a confondersi e sovrapporsi, in cui il fantastico diviene specchio fedele, ma al contempo deformante, di un a realtà crudele e disillusa.
Quello che stupisce nell’opera della Enriquez, oltre alla qualità delle singole trame e ai molteplici contenuti che si rincorrono, è anche la qualità della scrittura dell’autrice argentina. Una prosa densa e sofisticata, mai pesante, mai banale, ma sempre suggestiva e accattivante, che trascina il lettore, a viva forza, in un gorgo di sensazioni e illusioni. Che mescolo i registri stilistici, sempre piegati dalla volontà dell’autrice, alla ricerca della perfezione narrativa.
Si tratta di racconti che colpiscono cuore e intelletto, lasciano sgomenti e inquieti. Sin dall’apertura dell’antologia con il racconto Il bambino sporco, che narra, in una prima persona sontuosa, la vicenda crudelissima di un bambino figlio abbandonato di una tossica e della donna che ha deciso di prendersi cura di lui, sino al terribile e inquietante finale. Ma tantissime sono le tematiche trattate dalle singole storie dal femminicidio, alla droga, alla corruzione della società e della polizia, ai fantasmi che ognuno possiede nell’angolo più remoto di se. Fantasmi che non aspettano altro di uscire da noi stessi e muoversi fra le vie delle città
Una raccolta di piccole-grandi opere che va letta con passione. Un esempio di stupenda letteratura, che commuove e inquieta.
Alcuni racconti meritano di essere letti e riletti.
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