Nicola Verde è un autore di thriller molto conosciuto nel nostro paese e i suoi romanzi hanno vinto importanti premi. Il suo più recente romanzo dal titolo Il vangelo del boia (2017), sarà nelle librerie a partire dal 2 marzo pubblicato da Newton Compton editori nella collana Nuova Narrativa Newton.
Il romanzo inizia con la descrizione dell’ultima esecuzione portata a termine da Mastro Titta, nell’agosto del 1864. Il boia aveva ottantacinque anni e quel giorno doveva tagliare la testa a due condannati ma al momento di mostrare al popolo, come era uso, la testa di un certo Olietti, questa le sfuggì di mano e cadde dal palco. Un errore che pose fine alla carriera di Mastro Titta, una carriera lunga quasi settant’anni.
Quando ormai il boia era in pensione da circa cinque anni, un certo Ernesto Mezzabotta lo contatta e lo convince a raccontare la sua vita e in particolare a descrivere quel suo fatale errore: cosa o chi aveva visto in mezzo alla folla del popolino tanto da sconvolgerlo e lasciare cadere quella testa?
Per conoscerne il motivo si deve tornare indietro nel tempo e precisamente nel 1861 quando venne accoltellato a morte un gendarme e di questo omicidio fu ingiustamente accusato un conduttore di omnibus, che per caso era nei pressi. Il giudice della Sacra Consulta, Eucherio Collemassi, senza ascoltare le varie testimonianze decise che il colpevole era (o doveva essere per forza) il conduttore di omnibus e mastro Titta eseguì il lavoro con la solita precisione e competenza.
Dopo circa due mesi sulle rive del Tevere si rinvenivano due cadaveri, di cui uno mancante della testa. Mastro Titta viene convocato presso la caserma dei gendarmi ove erano stati portati i due cadaveri per dare un suo parere e lui capisce grazie a vari indizi (pelle liscia, mani senza calli ecc.) che le due persone morte non potevano essere del popolino, ma appartenenti a classi quanto meno agiate; inoltre dopo la morte erano stati rivestiti con abiti non loro, proprio per evitare un sicuro riconoscimento. Successivamente il boia viene interrogato anche dal monsignor Matteucci, che ha in animo di salire di molto nella gerarchia e magari sostituire il segretario di Stato Cardinale Antonelli. Ma perché questo interesse? Il motivo è chiaro a quanti sono ai posti di comando, c'è una lotta di potere nella quale sarà invischiata anche una bella donna: Costanza Vaccari.
La giovanissima Costanza accompagna un giorno il suo tutore, che deve ritirare un ombrello che aveva lasciato in riparazione proprio nella bottega/abitazione di mastro Titta e quest’ultimo nel vederla rimane fulminato dalla bellezza della fanciulla che gli ricorda il suo primo e unico amore di gioventù..
Crescendo Costanza impara l’arte della fotografia e proprio con un altro allievo perde la verginità, poi sposa un militare, Antonio Diotallevi, che poco dopo viene cacciato dall’esercito per debiti di gioco e la donna per favorire il ritorno del marito nell’esercito inizia a elargire i suoi “favori” a uomini sempre più potenti, ma successivamente sarà obbligata dal giudice Eucherio Collemassi a fare e firmare delle “rivelazioni impunitarie” su foto (esattamente dei fotomontaggi) molto compromettenti di una donna famosa: l'ex regina di Napoli Maria Sofia di Wittelsbach, sorella della più famosa Sissi, il tutto con lo scopo di colpire il Cardinale Antonelli.
Nel contempo mastro Titta con l’aiuto del suo unico amico, l’ispettore Laudadio conduce delle indagini che porteranno i due a scoprire una setta satanica e una fumeria d’oppio frequentate dal giudice Collemassi. Le loro scoperte saranno in qualche modo determinanti a bloccare l’ascesa al potere del monsignor Matteucci e del giudice.
Indubbiamente un thriller storico che unisce personaggi realmente esistiti con fatti creati dalla fantasia dell’autore e a rendere ancora più interessante la lettura è lo scoprire come si viveva nella città eterna in un recentissimo passato, in quale squallido degrado viveva il popolino vessato in ogni modo, mentre la nobiltà e il clero viveva nel lusso e tutto gli veniva permesso.
l’autore:
Nicola Verde è nato a Succivo (CE) nel 1951 e vive a Roma. Ha scritto Sa morte secada, semifinalista al premio Scerbanenco; Un’altra verità, vincitore del premio Qualità editori indipendenti; Le segrete vie del maestrale, finalista al Festival Mediterraneo del giallo e del noir, e La sconosciuta del lago, vincitore della sezione romanzi storici dello stesso premio. Il vangelo del boia è stato finalista nel 2016 al premio Alberto Tedeschi.
la quarta:
Roma, 1864. Mastro Titta, il boia del papa, esegue due condanne a morte per omicidio. Ma quando sta per esporre al pubblico, accorso come al solito in massa, le due teste mozzate, intravede un volto che sperava di aver dimenticato. Quell’incertezza gli costerà cara, costringendolo a dire addio alla sua gloriosa carriera. Che cosa è successo al famoso boia romano? Tutto ha inizio nel 1861, con l’uccisione di un gendarme, e, poi, un paio di mesi dopo, con il ritrovamento, sulle sponde del Tevere, di due cadaveri, uno dei quali senza testa. Fatti all’apparenza non legati fra loro, ma che danno il via a una catena di eventi che scuotono la Città Eterna. A occuparsi dei processi per quelle morti è il giudice della Sacra Consulta Eucherio Collemassi, oscuro personaggio legato a delle sette sataniche, che si serve delle false rivelazioni di Costanza Diotallevi, una fotografa dai facili costumi, per colpire il segretario di Stato, il cardinale Antonelli. E proprio Costanza ha trascinato Mastro Titta in una torbida vicenda dai contorni misteriosi, che a distanza di tre anni riemerge e tormenta il boia sul palco di un’esecuzione…
Il vangelo del boia di Nicola Verde
Newton Compton Editori, collana Nuova Narrativa Newton 732, pagg. 312, euro 9,90
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