Continua l’opera meritoria della Fanucci Editore che, con il marchio Timecrime, prosegue la pubblicazione delle opere di un grande autore che risponde al nome di Derek Raymond.
Infatti dal 19 gennaio sarà disponibile in libreria Il museo dell’inferno (Dead Man Upright, 1993), che è il quinto titolo della serie Factory (già disponibile in formato ebook dal 5 di questo mese).
I titoli della serie Factory sono:
1. He Died with His Eyes Open (1976) - E morì a occhi aperti
2. The Devil's Home on Leave (1985) - Aprile è il più crudele dei mesi
3. How the Dead Live (1986) - Come vivono i morti
4. I Was Dora Suarez (1990) - Il mio nome era Dora Suarez
5. Dead Man Upright (1993) - Il museo dell’inferno
6. Not Till the Red Fog Rises (1994) - Quando cala la nebbia rossa (pross. pubbl.)
Abbiamo già scritto che i romanzi di questo autore sono la quintessenza del noir e hanno riscosso in patria un grande successo, successo che si sta ripetendo anche nel nostro paese.
Anche in questo romanzo le indagini le conduce il sergente della sezione “delitti irrisolti” e sarà l’autore che, prendendo per mano il lettore, lo condurrà in una visita al “museo dell’inferno”.
Possiamo dire che il romanzo è diviso in due parti, ma esse si integrano perfettamente: c’è una presentazione e una interessante soluzione del caso con la descrizione della mente contorta del killer.
Un killer che per quanti lo conoscono e per i suoi vicini di casa appare normalissimo; lui mantiene un profilo molto basso e per questo sarà molto difficile individuarlo. Come abbiamo tante volte ascoltato in tv interviste di persone che descrivendo un vicino di casa assassino affermano che secondo loro era “una persona normale” e trovano incredibile che possa aver ucciso una o più persone.
L’assassino ha ucciso in modo orrendo ben diciassette donne. Per molti era un donnaiolo, cambiava spesso fidanzate ma se anche apparentemente le lasciava, in effetti non era tipo da separarsene tranquillamente, le uccideva in modo veramente atroce, facendone a pezzi i loro corpi per poi ricomporli. A suo modo lui è un artista e come in tutti i suoi romanzi al lettore non sono risparmiate descrizioni della malvagità e ferocia del killer, tra autore e lettore non vi sono filtri che attenuino le scene violente. Il male secondo l’autore fa parte della natura umana o quantomeno di alcuni.
Come abbiamo scritto le indagini saranno condotte dal “sergente senza nome”, un uomo solitario, stanco e disgustato dal tanto, troppo orrore che quotidianamente deve affrontare; in questa indagine ad indirizzarlo sarà un ex poliziotto, che gli confiderà i suoi sospetti verso un vicino di casa.
Alcuni lettori e riviste specializzate nel parlare di questo romanzo affermano essere, questo romanzo, un lavoro minore di Derek Raymond, ma per questo grande scrittore non ci sono lavori minori. Assolutamente.
l’autore:
Derek Raymond, pseudonimo di Robert William Arthur Cook (Londra, 1931-1994), è annoverato tra i maestri della letteratura noir. Nei suoi romanzi, nascosto dalla quotidianità, dietro forme e apparenze ordinarie e banali, il male si confonde con il bene, in un amalgama che unisce vittime e colpevoli e da cui nessuno si salva. Fanucci Editore propone nella collana Timecrime tutti i romanzi della serie Factory, di cui Il museo dell'inferno è il quinto volume, preceduto da E morì a occhi aperti, Aprile è il più crudele dei mesi, Come vivono i morti e Il mio nome era Dora Suarez, e seguito dal volume conclusivo Quando cala la nebbia rossa. I romanzi di Derek Raymond hanno ispirato una serie tv che sarà prodotta dalla bbc, e sono pubblicati in Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Germania, Spagna, Svezia e Turchia.
la quarta:
Quali abissi deve aver attraversato l’anima di un uomo capace di fare a pezzi i corpi delle proprie vittime per ricomporli poi con dedizione maniacale, estatica, come un artista che plasmi la sua materia per l’allestimento di una galleria degli orrori? È la domanda che il sergente della sezione Delitti irrisolti dovrà porsi se vorrà venire a capo di un’indagine in cui si ritrova quasi per caso ma che con i sui lacci logori rischia di intrappolarlo. Donne che scompaiono, sospetti che il più delle volte sembrano infondati, strani e indecifrabili comportamenti, identità improbabili, destinate a rivelarsi false: sono questi gli elementi in mano al sergente. A lui e ai suoi uomini spetta addentrarsi nel mondo che ha nutrito il serial killer, tra le nebbie di un’apparente normalità che invece cela tra le sue pieghe l’orrore, e dove la violenza trova il suo compimento più aberrante. Un viaggio angosciante e pericoloso, percorso tra i corridoi bui di un museo labirintico in cui mai saremmo voluti entrare, e dove le uniche luci sono quelle che illuminano la violenza più cieca.
Derek Raymond, Il museo dell’inferno (Dead Man Upright, 1993)
Traduzione Alberto Pezzotta
Fanucci Editore, Marchio Timecrime, pagg. 202, euro 16,90
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