Il secondo romanzo di Michael Robotham comincia con un topos della narrativa: il protagonista infatti si risveglia da un coma durato alcuni giorni e non ha più alcun ricordo di ciò che gli è avvenuto nell'immediato passato. Ci sarà più di un mistero a turbare le notte di degenza dell'ispettore Vincent Ruiz della polizia di Londra. Tanto per cominciare gli eventi che lo hanno condotto in fin di vita: egli è stato infatti ripescato alla deriva sul Tamigi, gravemente ferito dopo un conflitto a fuoco. Su una barca vicina si trovava il sangue di due persone scomparse. Cosa accidenti è successo?
Ruiz, non più giovane e con una situazione famigliare a dir poco disastrosa, si getta anima e corpo nella ricostruzione di quanto è avvenuto. Ben presto capisce che quanto è successo ha a che fare con un caso di tre anni prima, la scomparsa della piccola Mickey Carlyle. Con una serie di flashback e di passaggi dal taglio quasi cinematografico il lettore scopre dunque la storia su un doppio binario, quello dell'indagine originale e quello dello svelamento di quanto è accaduto sul Tamigi negli ultimi giorni.
Vita dura per l'ispettore Ruiz: oltre che con l'amnesia, infatti, dovrà anche confrontarsi con l'ottusità dei propri superiori, una serie di attentati alla propria vita, nemici annidati praticamente ovunque e un mistero così intricato da sembrare inizialmente insolubile. Ma Ruiz dalla sua ha un'arma in grado di annientare qualsiasi avversario: un'ironia cinica e sferzante che non risparmia nessuno, degna di un incrocio genetico tra un comico dello Zelig e un disincantato detective alla Marlowe.
La storia procede con una serie di eccellenti colpi di scena, che faranno scendere Ruiz nel marco che alligna sotto Londra – non solo metaforicamente – ma gli permetteranno anche di risalire e di comprendere il complesso disegno dietro ai misteri degli ultimi tre anni.
Un gran bel romanzo, dunque, questo Perduta, capace a un tempo di commuovere e di tenere alta la tensione, di far sogghignare per le splendide battute del protagonista e di far stare in pena il lettore per le vicende di Ruiz e soci. Il tutto a sostegno di una trama gialla di squisita fattura, che per una volta mostra una Londra meno pittoresca del solito, convincente nella sua rappresentazione multietnica. Cosa chiedere di più ad un thriller?
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