Sembra che il Maligno si sia scatenato fra gli uomini…
“Corre l’anno del Signore 1783, e nel villaggio di Brandwick serpeggia il terrore. Quando il becchino Joseph Makepeace esce barcollante dalla sua baracca lanciando urla agghiaccianti, la gente lo crede posseduto. E teme per i suoi due figli.” A ragione, perché vengono ritrovati barbaramente uccisi. Opera del demonio? Segni premonitori: fuga delle oche e dei topi, assenza di api, uccelli che volano basso. In effetti sta infuriando una coltre di nebbia spaventosa, una grande nube proveniente dal mare che uccide. Qualcosa di soprannaturale, ovvero il “Respiro del Diavolo”. Altro segno nefasto l’arrivo di una meteora che terrorizza gli abitanti. Che sia giunto davvero il giorno del giudizio?
Per dipanare il mistero c’è bisogno del dottor Thomas Silkstone, giovane anatomista della Pennsylvania (la scienza contro la superstizione), che deve recarsi dalla fidanzata Lydia Farrell, vedova alla ricerca del figlio perduto. Forse la tragedia è causata dai vapori letali prodotti da un vulcano sconosciuto.
Un romanzo corale sulle superstizioni e le credenze del tempo (vedi, per esempio, la bambina malata ritenuta una strega) e la lotta per la sopravvivenza che scatena tentativi di rivolta da parte dei lavoratori. In questo terribile contesto si inseriscono le storie personali, come quella della ricerca del bambino perduto di Lydia (ma anche qualcun altro lo vuole), il tradimento, il peccato e il richiamo ossessivo della carne (i brividi di eccitazione repressi del reverendo George Lightfoot nei confronti di una vedova ammiccante), la voglia di aiutare gli altri e il menefreghismo insieme al disprezzo, il fanatismo religioso, la paura di un castigo divino. E ci sono, tra le morti dovute all’orrore della natura, quelle violente per mano di un assassino. Perché? E’ Thomas che dovrà scoprirlo attraverso l’esame scientifico dei cadaveri e a dispetto di un subdolo tranello (a qualcuno non piace l’americano) che lo porterà perfino in prigione.
Romanzo, dicevo, da atmosfera apocalittica tra morti, gemiti, urla, rivolte, superstizioni, esorcismi, un fatto crudo del passato che si dipana lentamente attraverso vari colpi di scena in un convulso crescendo.
Ottimo e abbondante per chi ama le tinte forti e cupe, un po’ meno per gli altri che potranno rilassarsi, magari, con Nero Wolfe colpo di genio di Rex Stout.
Alla prossima.
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