Arriva un nuovo thriller targato Piemme: Il principio del male di Stefano Tura.
La trama
A volte, la vita vera è molto peggiore degli incubi. E proprio di vivere in un incubo ha l’impressione Marco: il volto martoriato da lividi e ferite, la bocca frantumata, le ossa degli arti barbaramente spezzate. Ma il dolore più acuto non è certo dovuto alle ferite. Quando intravede, ancora semicosciente, il corpo di Anna, la sua compagna, abbandonato accanto a lui sul letto, lo sguardo vitreo e inespressivo che solo la morte sa creare, capisce che nulla potrà più essere come prima. Marco e Anna si erano trasferiti da poche settimane a Ipswich, nel Suffolk, lasciandosi alle spalle Bologna e un paese che non aveva dato loro granché. L’Inghilterra li aveva accolti con un lavoro decente e soprattutto la speranza di un futuro migliore, speranza di cui ora non rimane neppure un frammento.
Un anno dopo di Marco e Anna nella cittadina inglese non c’è più neppure un vago ricordo, anche perché l’omicidio di una giovane prostituta croata ha spostato i riflettori sul vecchio caso di un serial killer apparentemente chiuso dieci anni prima.
Alla polizia locale e ai suoi zelanti e burocratici agenti, Scotland Yard affianca Peter McBride, nei registri della polizia noto anche come BigMac, accusato di vari crimini, condannato a qualche anno di reclusione. Un genio nel risolvere i casi più complessi, anche se con metodi decisamente poco ortodossi.
Dopo i primi sopralluoghi, McBride si accorge che è un’altra la pista da seguire e chiede aiuto a una vecchia conoscenza, Alvaro Gerace, poliziotto italiano che mai si è accontentato della soluzione più facile. Insieme, pur rimanendo nei propri paesi, scopriranno che la verità, che a tutti, dai media alla polizia, fa comodo tenere nascosta, è atroce e affonda le sue radici negli istinti più bassi e ancestrali dell’animo umano.
L'incipit
Sangue.
Denso, appiccicoso. Gli aveva incollato i capelli sul cranio. Ma nel punto in cui la testa gli pulsava, come se qualcuno gli stesse strizzando il cervello, era ancora umido. Riempiva uno squarcio tra le ossa perforate sopra un orecchio.
Quando cercò di alzare la testa, un rivolo rosso gli scese sulla faccia, attraversandogli un occhio e finendogli in bocca.
Le labbra erano così gonfie e tumefatte che avevano perso sensibilità.
Fu la lingua a rivelargli quel sapore ferroso e quella sensazione di calore che lo costrinsero a deglutire.
Provò a sputare un grumo di sangue acido e si accorse di avere un buco tra i denti, nell’arcata superiore. Di un incisivo e di un canino restavano solo schegge e frammenti irregolari.
La prima fitta di dolore gli trafisse le tempie da parte a parte.
Contenuto speciale
Parte di un'intervista esclusiva all'autore Stefano Tura:
1. Esiste un quadro, un film o una canzone che in qualche modo per te racconti, con un linguaggio diverso dal libro, "Il principio del male", e che potrebbe accompagnare la lettura del tuo romanzo?
Il momento in cui ci si gira dall'altra parte di fronte ad un sopruso, un'ingiustizia o un abuso di potere è il principio del male. C'è una foto che, a mio avviso, descrive esattamente quello che intendo per essenza del male. È del fotografo francese dell'Associated Press, Marc Bouju ed ha vinto il World Press Photo Award nel 2003. Raffigura un prigioniero iracheno, incappucciato, in un campo di detenzione americano a Najaf, in Iraq, durante il conflitto del 2003. L'uomo è seduto in terra dietro ad un filo spinato e tiene tra le braccia il figlio di 4 anni, tentando di consolarlo. Ma non può togliersi il sacco che ha infilato sulla testa e mostrargli il volto. In quello scatto c'è tutto il male della guerra, della sopraffazione e dell'odio che cancella i connotati dal volto di un padre che cerca di combatterlo con l'amore per il figlio. Se una foto del genere non ti provoca quantomeno indignazione, significa che il male ha vinto.
L'autore
Stefano Tura, giornalista e scrittore, nato a Bologna, vive a Londra dove lavora come corrispondente per la RAI. Ha iniziato la carriera come cronista di nera nel quotidiano Il Resto del Carlino. È stato poi inviato di guerra per la RAI in ex-Jugoslavia, Afghanistan, Iraq e Sudan. Come autore di gialli e noir, ha scritto Il killer delle ballerine, Non spegnere la luce, Arriveranno i fiori del sangue, finalista nei premi Fedeli e Scerbanenco, e Tu sei il prossimo, con il quale ha vinto i premi Romiti e Serantini e si è classificato al terzo posto nel concorso letterario Azzeccagarbugli.
Info
Il principio del male di Stefano Tura (Piemme), 372 pagine, euro 17,90 – ISBN 978-88-566-4852-2
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